Corriere dello Sport: “Stanno facendo morire l’Avellino”
L’edizione odierna del “Corriere dello Sport” dedica spazio anche all’Avellino. Stanno facendo morire l’Avellino – si legge -. Due mesi e dirsi addio: sfasciata la IDC (acronimo di Izzo, Di Matteo, Circelli) che il 6 dicembre aveva acquistato le quote dell’Avellino, il cui capitale sociale faceva parte del sequestro preventivo dei beni della Sidigas e del suo patron Gianandrea De Cesare. L’amministratore giudiziario s’era vantato di “avere scelto la migliore offerta” proprio mentre Nicola Di Matteo, uno dei tre della IDC, si era ritirato dall’operazione. I sanniti Luigi Izzo nominato presidente e Nicola Circelli amministratore unico, s’erano fatti perciò affiancare da altri soci, frammentando il pacchetto azionario. Erano in 7 alla presentazione, suddivisa in due tempi per dare a tutti la possibilità di fotografarsi con sciarpa e maglietta. Finito il tempo dei proclami e delle feste, sono volati gli stracci: i soci Izzo e Circelli hanno cominciato a beccarsi, rinfacciandosi di tutto, mentre la Covisoc invocava chiarimenti circa la solvibilità finanziaria di alcuni soci del nuovo Avellino. Ora il giovane presidente Izzo giura di avere imprenditori irpini pronti ad affiancarlo perciò vuole liberarsi di Circelli che, ripetendo l’esperienza di Campobasso, uscirebbe di scena intascando un bel gruzzolo per anticipazioni da dimostrare, facendosi da parte insieme al suo staff che intanto s’è sbizzarrito ad ingaggiare collaboratori (nell’Avellino ogni figura è doppia: allenatori in secon
da, segretario, direttore sportivo, responsabili stampa, biglietteria, marketing) con contratti depositati e quindi da onorare da eventuali nuovi soci. Tacitato, infine, il tecnico Capuano con un contratto biennale, in modo da non insistere per ottenere giocatori per una squadra che non è stata rinforzata al mercato di riparazione. Un impegno economico che si vorrebbe defalcare dalle rate da versare alla tutela fallimentare che ha concesso una proroga per quella di 148mila euro appena scaduta e destinata ai creditori della Sidigas. Mentre i soci fanno progetti e dispetti, oggi la Covisoc potrebbe però invalidare il trasferimento della società, dal punto di vista federale. Si tornerebbe alla casella di partenza, come nel gioco dell’oca, con la tutela fallimentare chiamata a gestire una situazione pesante. Entro il 15 vanno pagati stipendi e contributi di gennaio (€ 290mila) per evitare la penalizzazione, quindi versare le somme per 4 vertenze economiche a cui il TFN ha condannato l’Avellino (rischio 4 punti di penalizzazione), poi gli stipendi di febbraio. I tifosi sono nauseati: diserteranno trasferte e stadio fino a quando non sarà stata fatta chiarezza sulla situazione societaria. Qualcuno ieri ha chiamato i carabinieri dicendo che al Partenio c’erano due bombe ma, dopo un accurato sopralluogo, s’è accertato che era un falso allarme – conclude il quotidiano -.