L’edizione odierna del “Corriere dello Sport” si è soffermata sulla questione legata alla riapertura degli stadi dopo l’emergenza Coronavirus. Saranno massimo 300, tra giocatori, staff tecnici e medici, arbitri, steward e addetti alla produzione televisiva le persone a poter entrare allo stadio. L’obiettivo è ovviamente quello di riaprire gli stadi ai tifosi il prima possibile, meglio se per il finale di questa stagione, come ha fatto intendere la Sottosegretaria del Ministero della Salute, Sandra Zampa.
Figc e la Lega lavorano per far tornare i tifosi allo stadio, ma c’è già un’idea sui primi settori che non saranno più deserti: le aree hospitality, si tratta dei posti vip, con tanto di sky box, ristoranti e lounge bar.
Di certo, niente è casuale. Tutto ruota attorno all’economia, con quest’idea che rappresenterebbe un modo per aumentare i ricavi il giorno del match perché gli sponsor e i partner di tutte le società sono soliti acquistare i posti più pregiati (che sono proprio in queste aree) pagandoli cifre importanti.
Il problema legato a quest’idea è che la percentuale di questi posti negli impianti di Serie A è bassa: si tratta del 3-4% del totale, anche se in alcuni dei nuovi stadi (come lo Juventus Stadium) è più alta (circa 10%).