Corriere dello Sport: “Sorrentino: «Ho in testa solo il Palermo. Ho rifiutato una grande offerta dall’estero, per me i rosa e la salvezza vengono prima»”

E’ l’uomo dei momenti difficili. Il simbolo da esibire quando le cose vanno male o sono ingarbugliate. Stefano Sorrentino è il capitano, contratto o non contratto, il leader che si assume più responsabilità, che tratta a muso duro, se è il caso, presidente e allenatori, che prende per mano la squadra alla vigilia di una partita dalla quale può dipendere il futuro. E’ finito sulle prime pagine, e in… tribunale, per la storia di Ballardini. La Procura Federale intanto indaga. Sono stati ascoltati Gerolin, Vazquez, Gilardino, Goldaniga, Cristante e ovviamente i diretti interessati per, eventualmente, procedere alle sanzioni sportive. Sorrentino esce a valanga sui temi più scottanti, nessun riferimento ovviamente alle indagini della Procura anche se, conoscendolo, muore dalla voglia di dire tante cose. Intanto svela un segreto. «Ho rifiutato una grande offerta e vi confesso che per una notte non ho dormito. Una proposta dall’estero con parecchi milioni di euro. Ho risposto: Non mi interessa. Ho cose più importanti, il Palermo e la sua salvezza vengono prima. Poi il discorso è stato accantonato perché si trattava di andare dall’altra parte del mondo (Giappone o Cina, ndr) e di sacrificare la famiglia. Però erano in ballo milioni di euro…». CONTRATTO. «Da calciatore e capitano, debbo pensare al campo. Sono successe tante di quelle cose, sette allenatori cambiati, tanti problemi, che sinceramente la mia testa è piena di… attualità. Non ci sono passi avanti. Non è un discorso economico il mio ma di programmi. Non mi sento di fare la chioccia a nessuno. Dovessimo andare in B, facciamo ovviamente gli scongiuri, entrerei nella storia come il giocatore retrocesso due volte, in più da capitano. E alla mia età potrei smettere. E’ un orgoglio che i tifosi si mobilitino per il rinnovo. Sarebbe indelicato chiamare ora il presidente che ringrazio per le belle parole che spende sul mio conto e che ha speso quando è successo il caos di Verona. Appena salvi, senza l’incubo di svegliarci con l’ennesimo stravolgimento, prenderò la scelta più giusta. Alla mia età, se dovessi pensarmi e vedermi in panchina, preferirei ritirarmi. Piuttosto farei l’allenatore, non il portiere». SCHELOTTO E LA STATUA. «Segnali di abbandono? Non li avevo percepiti. Però quando l’argentino ci ha salutato mi è venuto in mente che il giorno prima era ombroso. Può capitare a tutti. Non mi sono accorto di niente, nessuno si aspettava che non gli dessero il patentino. Contro il Sassuolo malgrado la mia presenza, l’età media era di 24,8 anni. E con Bosi siamo al settimo allenatore. Vedi gente spaventata. Ad ogni cambio di allenatore le gerarchie vengono resettate. Normale che la squadra abbia contraccolpi ma se si salva, con tanti giovani, merita una statua a piazza Politeama». TORINO. «Debbo tutto al Toro e non smetterò di ringraziarlo. La sfida è complicata, loro sono più forti, bisogna dimostrare il contrario. Voglio il Barbera che ci spinge. In fondo, noi calciatori siamo gli unici ad allenarci e pedalare per portare la barca in porto. Possiamo operare il sorpasso. Ho visto i ragazzi, ci metto le mani sul fuoco sulla voglia di vincere. Faremo una grande gara». NAZIONALE. «Un sogno, spero che Conte mi chiami. Panchina in Francia? Quella l’accetterei. Non penso di essere presuntuoso e non sono un lecchino. Non credo che l’età possa incidere, siamo tutti uguali, va chi merita. Buffon? E’ il… portiere. Poi vengono gli altri»”. Queste le parole dette da Stefano Sorrentino ieri e analizzate dall’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport”.