L’edizione odierna del “Corriere dello Sport” parla dei diritti TV e di Mediapro. Il calcio, si è affidato alla “lepre” – si legge -, una vecchia conoscenza: Mediapro, tirato fuori dall’ad della Lega di Serie A Luigi De Siervo. La società spagnola, già nota visto che nel febbraio 2018 si era aggiudicata per un triennio i diritti tv della serie A italiana per una cifra record da 1 miliardo e 50 miliano all’anno, si era vista picconare tre mesi dopo la concessione. Prima da un’ordinanza del tribunale di Milano, che sospese il bando per violazione dei principi dell’antitrust, poi per mano della stessa Lega, costretta a riconoscere che le garanzie portate in dote da Mediapro erano reti bucate – si legge-. Adesso gli ispanocinesi per il triennio 2021-2024 alzano la posta e sono pronti a offrire 1 miliardo e 150 milioni a stagione, più 55 milioni per i diritti d’autore e 78 per i costi di produzione. E soprattuto c’è il progetto di realizzare una piattaforma per autoprodurre e vendere le partite direttamente agli utenti, attraverso un proprio canale e un intermediario unico, di nome Mediapro. La società in questione prevede e promette alla Lega 4,1 milioni di clienti residenziali già dal primo anno di esercizio, abbonati con un canone di 27-34 euro mensili. Si può bandire la cessione dei diritti tv attraverso un’offerta pubblica al mercato e contemporaneamente definirli a trattativa privata con un soggetto predeterminato? La legge lo consente, assicura De Siervo in un’intervista del 12 ottobre scorso a La Verità. La cosiddetta legge Melandri contiene tutta l’ambivalenza di un Paese che confonde pubblico e privato – continua il quotidiano -. La norma centralizza le vendite dei diritti tv in capo all’assemblea di Lega, ripartendo poi le quote tra le società a difesa di un’economia la cui valenza pubblicistica giustifica un intervento regolatorio dello Stato. Impone un bando pubblico per la cessione, ma autorizza contemporaneamente la Lega a realizzare e distribuire una propria gamma di contenuti, qualora il valore delle offerte ricevute dal mercato sia ritenuto insoddisfacente. E questo autorizza il calcio, secondo De Siervo, a inventarsi la lepre di Mediapro, cioè a precostituire un’intesa sulla carta molto vantaggiosa per fare da traino ai concorrenti. O piuttosto per realizzare il sogno di un sistema chiuso, che vuole suonarsela e cantaserla da solo, sfruttando tutti i vantaggi della sua proiezione pubblica e rivendicando tutte le leve della sua autonomia privata. È l’idea di un calcio fai-da-te, giocato, confezionato e giudicato in proprio. Dove le immagini decisive, ma anche le telecronache, le domande ai protagonisti, le pagelle sono autoprodotte dal sistema. «Anche per il triennio 202124 offriremo al mercato i diritti di trasmissione in diretta delle 380 partite. Ma se il valore proposto fosse insoddisfacente, la Lega procederebbe a realizzare e distribuire una propria offerta di contenuti». Luigi De Siervo, 50 anni, nato a Firenze, laurea in Giurisprudenza, amministratore delegato della Lega Serie A dal dicembre del 2018, non esclude la nascita di un canale televisivo ufficiale, come ha sottolineato in un’intervista a La Verità, rilasciata ad Antonello Piroso. «La Lega sta legittimamente pianificando una exit strategy, nel caso in cui l’asta prevista nei primi mesi del 2020 non dovesse raggiungere gli obiettivi prefissati. In una situazione di mercato così complicata la naturale aspettativa della Lega è quella di non arrivare troppo vicino alla scadenza del triennio senza aver completato il processo di valorizzazione dei diritti. Infatti, laddove l’assemblea della Lega dovesse accettare la proposta di Mediapro, la Serie A, che resterebbe l’editore del proprio canale, riuscirebbe a delegare, con congruo anticipo, la produzione e distribuzione del canale», ha spegato De Siervo. Si riparte dai 973 milioni a stagione ricavati dall’accordo definito con Sky e Perform (Dazn) per il triennio 2018-21. «Alla fine il risultato economico totale per la Lega fu di 1.400 milioni – analizza De Siervo – Nonostante la fibrillazione di quei mesi, il giudizio sull’ultima vendita resta comunque positivo perché siamo riusciti a garantire un significativo aumento dei diritti esteri, circa 170 milioni in più del triennio precedente, e una sostanziale conferma dei diritti domestici nonostante Mediaset Premium si fosse ritirata a metà della gara. Va però specificato che, in assenza dell’intervento di Mediapro, la Serie A si sarebbe dovuta accontentare di almeno 150 milioni in meno. Prima della proposta degli spagnoli, le offerte di Sky, Mediaset e Dazn si erano fermate a 820 milioni». De Siervo guarda con attenzione e interesse anche al mercato americano e vuole aprire una sede della Lega a New York: «Nei prossimi sette anni, negli Usa si disputeranno i mondiali di calcio maschili e femminili. E’ uno straordinario mercato: Liga e Bundesliga hanno già lì i loro uffici. Siamo in ritardo, ma recupereremo, creando contenuti in inglese e spagnolo per accrescere la notorietà del nostro campionato, coinvolgendo sponsor e facendo in modo di confermare la distribuzione delle nostre partite su Espn, canale del gruppo Disney, con l’obiettivo di incrementare ulteriormente i ricavi».