L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” riporta un’intervista a Marzio Perrelli, vice presidente Sky.
Perrelli, proviamo a rendere meno pallosa, meno boring, una chiacchierata sui diritti del calcio, argomento di notevole interesse per gli appassionati, oltre che di stretta attualità, ma non proprio digeribilissimo. «Facciamo questo tentativo».
Curioso, il 13 giugno è in programma la cena per i 20 anni di Sky Italia, il giorno dopo vengono aperte le buste con le offerte per il triennio 2024-27. «Una semplice coincidenza».
Alla casa dello sport, così vi siete ribattezzati, da un paio di anni manca un pezzo. Anzi, sette. Sette partite di serie A, vostre solo la terza, la sesta e l’ottava. «La correggo».
Un momento, ci diamo del tu da 31 anni, da quando collaborasti da Londra proprio con questo giornale.
«Avevo 24 anni, mi ero appena laureato in Economia. Periodo bellissimo, entusiasmante per un appassionato di sport quale sono da sempre. Ha preceduto 26 anni di lavoro nel bancario, tra Inghilterra e Stati Uniti… Tornando a noi, siamo la casa dello sport non da due, bensì da 20 anni. Il ciclo in corso avrebbe potuto essere complicato perché eravamo in svantaggio, avendo solo tre partite, invece posso dire che il brand Sky si è rafforzato. Dal 2003 viziamo il pubblico con la qualità, l’affidabilità e il commento editoriale. Penso che le ultime due stagioni abbiano in qualche molto sottolineato questi aspetti dell’offerta, al punto che abbiamo mantenuto la centralità nella discussione calcistica. Sono nostre Premier, Bundesliga, Ligue-1, serie B, Lega Pro, nazionali. E le coppe europee».
Un bando presuppone che due o più soggetti possano competere per lo stesso prodotto, talvolta battete su questo tasto.
«Mi aggancio, la volta scorsa non potemmo comprare l’esclusiva. Le cose sono finalmente cambiate e di recente abbiamo preso in esclusiva L’Europa League, la Conference e il 92% della Champions. Sarà una nuova versione, affascinante, con una classifica che pensiamo possa avvicinare i più giovani».
Ti occupi dello sport di Sky da novembre 2018. «Sky è finanziatore e promotore dello sport italiano, fa del bene alle federazioni, alle società, agli atleti. Sentiamo anche il peso del ruolo e cerchiamo di mantenere toni neutrali, con serietà».
Cosa vi ha insegnato questa sorta di mini-quaresima? «Premetto che la serie A, come sempre, ci interessa, faremo le nostre valutazioni, ora abbiamo tutti gli elementi a disposizione, compreso l’impatto dei due anni in cui abbiamo trasmesso solo 3 partite su 10 in coesclusiva. Possiamo ragionare su dati, non più su stime o sensazioni. Quindi siamo in una condizione migliore rispetto al passato. Ma vuoi sapere qual è il punto-chiave? I diritti non si vendono, si affittano per tre, cinque anni. Noi abbiamo sempre aggiunto valore al prodotto, rendendolo migliore di come l’avevamo preso a inizio ciclo. Con numerosi speciali e investendo su una narrazione di qualità, un prezioso arricchiamento».
Quanto vale, secondo Sky, la serie A oggi? «E lo vengo a dire a te…».