Corriere dello Sport: “Simic all’amico Juric: «Scusa, devo batterti. Mercato? Non tutti vogliono venire da noi, siamo ultimi»”
“Erano amici, meglio lo sono ancora. Solo che le loro strade da qualche anno si sono divise. Uno di Zagabria (Simic), protagonista in Italia, cento partite con la nazionale croata, nuovamente ammaliato dalle sirene del calcio mollate a suo tempo per una vita diversa; l’altro di Spalato (Juric), oggi allenatore emergente in un mondo che, se non fai scoppiare la scintilla, ti stronca. A Juric l’impresa è riuscita col Genoa che domenica affronta il Palermo al contrario, per esempio, di De Zerbi, travolto dalle sconfitte in serie. Simic e Juric entrambi quarantuno anni, così vicini fino alla Under 21, così lontani per carriera e risultati. Uniti dalle ambizioni e da un episodio che Dario ricorda con grande piacere: «Eravamo giovani, i nostri avversari si chiamavano Del Piero e Inzaghi. Io e Ivan facevamo vita in comune nelle varie rappresentative. Un giorno mi invitò a Spalato, a casa sua. Furono sette giorni intensi e gioiosi. Mi trattavano come un figlio. Suo padre amava la musica e mi coinvolgeva facendomi ascoltare canzoni impegnative, di sinistra. Sprizzava energia, trasparenza, un uomo senza peli sulla lingua. Come Ivan. Poi ci siamo persi di vista, ognuno per il suo sentiero ma il legame resta. Ivan sta svolgendo un bel lavoro col Genoa e non solo. È stato anche a Palermo con Gasperini, in un anno deludente. I talenti esistono, bisogna riconoscerli. L’avesse preso il Palermo all’inizio di questa stagione, forse ci avrebbero considerati matti. Lo rivedrò volentieri, ma l’amico sa bene che siamo a caccia di punti». Juric dunque avvisato.
DARIO A PALERMO. È arrivato ieri sera, starà a fianco di Corini, andrà a Genova. E seguirà il Palermo in ogni partita: «Tra famiglia, aziende e Palermo sono sempre in giro. Quello che volevo. Una sfida personale il mio ritorno nel calcio e un’avventura difficile che vogliamo tradurre in salvezza. La fiducia non manca. Peccato per i risultati. Capisco la delusione generale che è la mia. Sono stato dal presidente, lo stimo, non è facile contenere la sua passione. Però sa riconoscere quando le cose sono fatte bene. Io dal calcio ho solo guadagnato, lui ha rischiato di persona». A Zamparini, Dario piace perché ha contatti con l’universo calcio e arriva dove altri non possono. Un consigliere autorevole che può aprirgli tante porte. E che non spunta per caso. Figlio di un ingegnere (esaminatore di guida per patenti) e di una impiegata amministrativa, Simic, finito il liceo classico, ha conseguito un master di marketing aziendale applicato al calcio alla Bocconi, assieme a Seedorf.
DA ZAMPARINI. «Abbiamo dovuto calmarlo. Vuole che il Palermo si salvi e l’ultima sconfitta francamente non l’ha digerita. Non era il solo. Cerchiamo il riscatto. Sembrava tutto in discesa, era rifiorito l’entusiasmo… Strategie?
Pensare positivo, giocare in maniera concreta, difendere e ripartire. Le armi di chi deve salvarsi. Il successo non arriva per caso, richiede impegno serio e costruttivo. Dunque calma. Corini sa come procedere, noi gli daremo una mano. Inutile applicarsi a tante cose, ne bastano poche fatte bene. Io sono un filtro tra allenatore e presidente ma anche un manager per aiutare dove c’è necessità». La mano di cui parla Simic è quella di un adeguato ritorno sul mercato per tre o quattro elementi già pronti per il calcio italiano. Condizione indispensabile per rientrare nel giro. «Ci vuole anche fortuna a trovare il giocatore adatto, non è detto che tutti vogliano venire a Palermo, in una squadra ultima in classifica. E puoi trovare società con altri traguardi e con più soldi che ti precedono. Inoltre, se sei bravo e anticipi tutti non è scontato che la scelta sia quella giusta. In questo mare di gol e di problemi, siamo pesci piccoli e bisogna nuotare veloci per non farsi mangiare. La ricetta per guarire? Tranquillità, ottimismo, idee buone e condivise. Non vince un uomo solo, ma la squadra».”. Questo quanto si legge sull’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport”.