Corriere dello Sport: “Silva, il nuovo «Flaco» del Palermo: «Spero che mi porti la stessa fortuna…»”

“Un “sueño”. Cosi Stefan Silva ha definito il suo passaggio al Palermo. Uno dei tanti sogni. Come quello di imporsi a livello europeo, giocare con la maglia rojas del Cile,  “vivere in eterno” con la famiglia, sposarsi e avere figli, tenere sempre un paio di cani in casa, giocare a tennis per divertimento… La vita racchiusa in nuvolette che spuntano soprattutto di notte quando gli occhi si chiudono per stanchezza o per accendere emozioni. La sua in fondo è una trama fantastica, sbocciata all’improvviso. E in ritardo. L’Allsvenskan abbracciata a ventisei anni e 23 giorni, con il Sundsvall, il suo primo gol quattro giorni dopo e infine il Palermo, nella sua immaginazione, la pista di decollo. Quattro anni di contratto, una squadra sull’orlo del baratro ma pur sempre in una categoria e in un paese che ti permette fiammate improvvise contro Juve, Milan, Roma… visibilità in Europa e nel mondo. Per un ragazzo cresciuto alla periferia di Stoccolma, come Quaison, da genitori cileni emigrati è già un successo considerata la sua quotazione che si avvicina al mezzo milione e uno stipendio inferiore alla media della B. MAXIMILIANO STEFAN. «Sono nato a Stoccolma l’11 marzo 1990, il giorno prima di Nestorovski, destino che ci dovessimo stringere la mano… Ho un nome lunghissimo: Maximiliano come lo zio, un omaggio alle tradizioni; Stefan perché mio padre era tifosissimo del tennista Stefan Edberg; Silva è il cognome di mio padre; Rojas di mia madre, in Italia una specie di signora Rossi, in Cile il colore della “camiseta” che, malgrado l’età e la mia lenta affermazione, spero ancora di indossare. Il mio cuore è cileno come quello di mio padre. Poi bisogna aggiungere i soprannomi: Maxi, un diminuitivo, e Flaco, da quando avevo cinque anni, un soldo di cacio magrissimo come Pastore. Spero che il Palermo mi porti la stessa fortuna»”. Questa la prima parte di una lunga intervista rilasciata da Stefan Silva ai microfoni de “Il Corriere dello Sport”.