“Quando si dice il destino. Da giocatore esordio a Venezia contro zamparini; da preparatore dei portieri nel Palermo di zamparini. È la storia di Vincenzo Sicignano palermitano d’adozione, la squadra rosanero da sempre nel suo cuore. Maradona, idolo giovanile, e la maglia del Napoli primavera sono le uniche immagini calcistiche che lo legano alla Campania. Posavec è la sua scommessa, il simbolo della fabbrica dei portieri appena aperta. “Vicè” rivede in lui il suo clone, l’esordiente col biberon messo in discussione da questioni anagrafiche. Solo che ora può fare qualcosa per vincere la diffidenza. Dai banchi è passato alla cattedra. Un maestro che adora i suoi allievi, Sicignano è un perfezionista e un grande lavoratore. Come De Zerbi. Protagonisti fra protagonisti. A Palermo la sua vita: due anni in Primavera, dieci in prima squadra, cinque da allenatore dei portieri. Arrivato a diciassette anni, ora ne ho 42. Nato a Pompei, ha vissuto a Scafati, un po’ Napoli, un po’ Salerno, le vicende più profonde e significative si sono svolte però qui: scuole, amici, stagioni intense e difficili. Con pochi soldi e senza struttura societaria, quando veramente si facevano miracoli. Una carriera comunque ricca di soddisfazioni: Coppa Uefa con Parma e Chievo, preliminari di Champions col Chievo, debutto in A contro il Milan, le cento partite in rosa festeggiate con un rigore parato, la convocazione di Lippi in azzurro, il cucchiaio di Totti e il rigore di Corini, il giorno del ritorno al renzo Barbera, neutralizzati con la maglia del Lecce. Mai l’occasione della grande squadra. Ma “Vicè” non cambierebbe una virgola del passato. Gli resta solo il rimpianto di essere andato via l’anno della promozione in A”. Questo quanto riportato da “Il Corriere dello Sport”.