L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sulla serie C e la fine dei ricorsi.
Fra un sospiro di sollievo e una smorfia di rabbia. Nunca mas, sibilano in Lega Pro. Mai più un’altra estate di carte bollate, ricorsi, controricorsi, prima la giustizia sportiva e poi la giustizia civile. Mai più spese (inutili un po’ per tutti, stante la casistica dei verdetti) per avvocati, sale affittate per vernissage di stagione saltati per lo slittamento dei calendari o del via al campionato. Francesco Ghirelli, presidente della lega fiorentina, scarica le ultime settimane di attesa e di tensione con una proposta: «La faccio qui, ora: introduciamo in Italia le pre iscrizioni. A marzo. Come accade nel calcio tedesco. Così potremo mettere fine una volta per tutte allo stillicidio di ricorsi che non approdano mai all’esito voluto da chi li presenta ma che hanno il potere di causare enormi difficoltà a tutto il movimento».
Ultimo atto. Il Consiglio di Stato ieri mattina ha scritto la parola fine in coda alle speranze di Campobasso e Teramo di recuperare in via giudiziale l’iscrizione al campionato negata precedentemente da quattro soggetti diversi: Covisoc, Consiglio Federale, Collegio di Garanzia al Coni, Tar del Lazio. L’epitaffio riassume le criticità individuate in cima alla filiera dall’organismo di controllo: irregolarità amministrative, tempistica di pagamenti erariali, varie mancanze burocratiche, ciascuna delle quali da sola era un macigno sulla licenza nazionale. Ma che l’ultimo atto sia arrivato alle porte di settembre si capisce facilmente come possa essere ingombrante, complicante per qualsiasi squadra. E per la Lega in cui è iscritta.
La spada di Damocle . «Abbiamo rischiato», dice con un soffio di voce Ghirelli. Motivo? «Sensazioni. Quel che è certo è che non si può continuare così. Il calcio, nella sua interezza, deve adottare norme che non offrono il fianco a chi vuol chiedere alla giustizia civile ciò che quella sportiva ha già negato. Immaginate le spese in più, immaginate le 60 squadre che hanno dovuto aggiornare i propri programmi di preparazione e allenamento, anche una settimana di ritardo nel via al campionato genera costi e noi siamo una Lega che va avanti facendo di conto. No, bisogna intervenire e subito».
Per non avere sul capo quella spada di Damocle di un Tar o del Consiglio di Stato, per Ghirelli bisogna puntare sul sistema tedesco. «Taglierebbe le radici a qualsivoglia impuntamento estivo», chiosa ancora il presidente di Lega Pro.
Ripartire da zero, o quasi . Fermana e Torres Sassari hanno occupato il posto perduto da Campobasso e Teramo che, ora, hanno l’unica prospettiva di dover ricominciare dal basso il cammino nel calcio. A Campobasso sembra il day after di un cataclisma sportivo: l’allenatore Prosperi e tutti i giocatori hanno lasciato il ritiro di Rivisondoli, sono liberi di accasarsi altrove. La manifestazione di interesse lanciata dal sindaco Gravina qualche settimana fa per formare in tempi rapidi un nuovo soggetto per la Serie D che non ha registrato adesioni.
Anche a Teramo il primo cittadino, Gianguido D’Alberto, si è attivato riuscendo però a varare un progetto: «L a nuova SSD Città di Teramo, a cui hanno contribuito circa 40 imprenditori teramani di sicura affidabilità » . Tecnicamente, a Teramo e a Campobasso le amministrazioni comunali possono chiedere l’iscrizione in sovrannumero al campionato di Serie D ma è difficilissimo (il torneo scatterà il 4 settembre) che la Figc accolga l’istanza. Più facile che sia agevolata una ripartenza dai tornei regionali.