Corriere dello Sport: “Serie B Cittadella-Pisa, verdetto ribaltato. L’avvocato: «La decisione del Giudice Sportivo era ingiusta»”

L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sul risultato di Cittadella-Pisa ribaltato con lo 0-3 a tavolino per i toscani.

Riavvolgiamo il nastro: 27 agosto, Cittadella-Pisa. La partita finisce 1-1, vanno a segno Alessandro Arena (8’) per i toscani e Alessio Vita (25’) per i veneti. Sennonché al termine dell’incontro salta fuori che un giocatore schierato dai padroni di casa, Jacopo Desgus, non figura nella distinta ufficiale. Svista confermata dal tecnico, Edoardo Gerini, che afferma mortificato: «È stata un’ingenuità, un errore». Morale? Il Giudice Sportivo dà credito alla sua buona fede e liquida il tutto optando per un’ammenda al Cittadella, provocando l’ira del Pisa. Il quale presenta un ulteriore ricorso. Nel pomeriggio di ieri la sentenza definitiva: tre punti a tavolino per i nerazzurri. «Siamo soddisfatti del risultato raggiunto – dice contento l’avvocato Mattia Grassani, che si è occupato in prima persona di difendere gli interessi del Pisa alla Corte di Appello – Ritenevamo ingiusta la decisione del Giudice Sportivo. È stata ripristinata la rivalità del campionato di serie B, e in particolare della partita Cittadella-Pisa».

Serie B Cittadella-Pisa: c’è lo 0-3 a tavolino

La variazione della distinta ha condizionato la trasparenza dell’incontro?
«Il Pisa ha ritenuto che il numero di giocatori avversari fosse superiore di un’unità rispetto ai propri. Questo perché, al quindicesimo minuto del primo tempo, si era visto recapitare una Pec dove figurava una nuova distinta con una seconda lista, in cui veniva escluso un calciatore ed incluso un altro. Anche lui partecipante alla sfida. Di fatto il Cittadella aveva convocato tredici riserve invece che dodici, minando lo spirito di parità competitiva».

Qual è il “danno” dal punto di vista pratico?
«Semplice. Io devo sapere chi siede sulla panchina avversaria: in base a questo, organizzo le mie mosse. In un primo momento il Giudice Sportivo aveva deliberato che questo fatto non avesse alterato la rivalità della gara, per quanto anti-regolamentare. Quindi c’era una violazione del codice, ma non tale da influenzare l’andamento della partita».

Avete fatto leva sulla funzione delle distinte?
«Certo. La partita la devi disputare con un numero di giocatori pari all’avversario, e siccome le liste servono proprio per “cristallizzare” tale numero è vietato modificarle in corso d’opera. Specie se il ragazzo aggiunto entra pure in campo. Che è poi il motivo per cui il Pisa ha potuto impugnare il ricorso. L’errore si è rivelato profondamente incidente sul decorso della partita».