In Serie A, come se l’emergenza Coronavirus non esistesse, si continua a parlare di ripresa degli allenamenti. Nel pomeriggio di ieri, scrive l’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport”, si è tenuto un tavolo “scientifico” e si è arrivati ad una sorta di tregua, con tanto di intesa che andrà ratificata. Ci sono state anche scintille tra Lotito e Marotta. Il numero uno dei biancocelesti spinge per la ripresa in tempi rapidi degli allenamenti (favorevoli anche Cagliari, Napoli, Atalanta e Udinese, con queste ultime due in quarantena); l’ad nerazzurro invece si è fatto portabandiera di quei club che vedono la ripartenza lontana e spingono a favore di condizioni analoghe per tutti, soprattutto per rispetto di quei presidenti che hanno i loro tesserati in quarantena a causa del Coronavirus. Lotito ha attaccato Volpi, il dottore dell’Inter che perorava la causa portata avanti dalla federazione dei medici sportivi italiani (martedì con un comunicato ha chiesto la ripresa per tutte le squadre il 3 aprile), e Marotta, forte dell’appoggio dell’Aic, è sceso in campo a sua difesa sostenendo che senza una linea comune si mettono a rischio la salute degli atleti e la regolare ripresa del campionato. L’episodio è durato poco, poi gli animi si sono rasserenati e si è continuato a lavorare per un’intesa che è stata avvicinata a fine seduta, ma che va ancora siglata.
L’ipotesi di accordo prevede la ripresa tra il 3 e il 4 aprile per le squadre a ranghi completi, ma dà facoltà alle società delle Regioni colpite non da una vera e propria emergenza come per esempio la Lombardia di aprire i loro centri tecnici a piccoli gruppi di calciatori (3-4 a turno). Il tutto sotto la responsabilità dei rispettivi medici sociali. Resta da definire l’accordo nei dettagli oltre a individuare, su richiesta dell’Aic, un protocollo di categoria perché, fa notare il sindacato dei giocatori, dal 3 aprile non ci si potrà comunque allenare come se niente fosse successo. Ci vuole un processo per tornare alla normalità. La linea della ripresa a inizio aprile è condivisa anche dalla Libera associazione medici italiani del calcio (Lamica) presieduta dall’ex responsabile dello staff medico della Nazionale, Enrico Castellacci. Il tutto in attesa di capire se (ma forse è meglio dire quando) il Governo metterà un freno allo sport all’aperto per limitare il proliferare della “fitness mania” che il ministro dello Sport Spadafora ha criticato anche ieri in maniera netta: «Non vedo l’esigenza straordinaria di fare proprio in questi giorni che sono i più rischiosi, attività fisica fuori casa. Se dovremo essere ancora più chiari nella nostra linea lo saremo». È’ in arrivo una nuova “stretta” che comunque non creerebbe particolari disagi ai giocatori, finora dediti a esercizi tra le mura domestiche, nei loro giardini o sui terrazzi.