“«Una lavatrice». Eeeeh? «Maxi Lopez è come se avesse una lavatrice sulle spalle». L’ha detto Mihajlovic, versione anticalcare: i capi bianchi di qua, i ciccioni di là. «Deve perdere un chilo al giorno, sette in una settimana». Verdone e Pozzetto? No: è ancora Mihajlovic. «Kondogbia non capisce niente di quello che gli ho detto». Scusi, De Boer? «Sì, gli ho ripetuto cento volte cosa doveva fare, ma se uno non ascolta…». Dietro la lavagna, a capo chino, sui ceci. Toh, chi si vede: Brozovic. Che ci fai qua Brozo? Bella domanda. Ragazzi, l’avete fatto incazzare. Ecco perché siete finiti là. Sta succedendo qualcosa, e siamo solo all’inizio. C’è che gli allenatori si sono rotti, basta, tutti in riga. Chi sgarra paga. E viene messo alla berlina. Pubblicamente. Vuoi essere social, beccati la condivisione. «Abbiamo dei giocatori malati di mente», sbotta Spalletti, confidando più sulla reazione di Freud che di Fazio. Si accendono anche loro, gli allenatori, e scoppiano: come micce, dentro quella santabarbara che è diventato il nostro calcio. A tirare in ballo la psicologia – qualche anno fa – è stato Mourinho. Ricordate? «Balotelli ha un solo neurone». Aggiunse: «Se poi quel neurone è anche infortunato…». Materiale altamente infiammabile, maneggiare con cura. Mihajlovic, ancora lui, ai tempi di Firenze voleva «prendere a calci» i giocatori viola, a Bologna, durante l’intervallo di una partita, cercò di scuotere Bernacci urlandogli di tutto addosso ma quello per poco non scoppiò in lacrime, al Toro se l’è presa con Baselli stimolandolo pubblicamente: «Deve tirare fuori le palle, se ce le ha». Poi è andato oltre, aprendo squarci interessanti sulla geo-fisiognomica: «Non ho mai visto un bergamasco senza palle». La speranza è quella: se ti do uno schiaffone davanti a tutti, ti svegli? Non sempre va così. Prendete Lippi. Ai tempi dell’Inter, dopo una sconfitta a Reggio Calabria, andò in sala stampa e disse testuale: «Fossi il presidente, anzitutto manderei via l’allenatore. Poi metterei in fila i giocatori, li attaccherei al muro e li prenderei tutti a calci nel cu..». Immagine forte, coprite gli occhi ai più piccini. Moratti ascoltò solo la prima parte, sorvolò invece sulla seconda. Lippi esonerato, alè. Pep Guardiola con Yaya Tourè ha ribaltato i rapporti di potere tra allenatore e top player. «Mi deve chiedere scusa, lui e il suo procuratore». Per penitenza tre ave Maria e un corso accelerato di tiki taka. Direte: è Guardiola, può permetterselo. Vero, ma altri colleghi seguono l’esempio. Sousa su Bernardeschi dieci giorni fa: «Lo vedo confuso. In campo e fuori». Cambiano i tempi, volano più stracci. Dall’Osvaldo Bagnoli che nell’Inter anni ‘90 di Ruben Sosa diceva che «di tattica el capìss nient» (però basta che faccia gol e mi va bene), siamo arrivati all’Eziolino Capuano che dopo un’amichevole dell’Arezzo persa contro il Lucignano, come Hulk si straccia le vesti e urla ai suoi giocatori: «Siete una banda di pezzi di mer..». E poi, non pago. «Non siete degni, io vi squarto». Eh mamma mia. Squartare, addirittura. Mike Tyson che canta il pulcino pio fa più paura”. Questo quanto riportato da “Il Corriere dello Sport”.