L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sulla questione dei diritti tv in serie A.
Quasi nessuno si aspettava che il senatore Lotito potesse superare i dubbi sulla costituzionalità e vincere persino l’opposizione interna, facendo approvare dalle Commissioni Affari Costituzionali e Bilancio un nuovo emendamento sull’estensione dei diritti tv dopo la bocciatura di dicembre. Il patron della Lazio, attivissimo a Palazzo Madama, vuole concedersi la possibilità di allungare l’attuale contratto con Dazn e Sky (940 milioni a stagione) così da mettere al riparo la Lega Serie A (che rappresenta in consiglio federale) da eventuali offerte al ribasso per il nuovo bando. Non a caso, tira un’ariaccia nel massimo campionato. E diversi presidenti si definiscono preoccupati per le prospettive future del pallone, anche alla luce del caso Juve che potrebbe creare ulteriori danni economici e d’immagine al sistema.
Già nel Decreto Aiuti il governo ha modificato il limite triennale previsto dalla Legge Melandri, dando la possibilità – da qui in avanti – di firmare contratti televisivi per 5 stagioni anziché per 3. Il problema però è ancora attuale, perché gli accordi in vigore (con scadenza 2024) non possono essere estesi automaticamente allo stesso modo. E così a dicembre Lotito aveva provato a far passare un emendamento molto simile a questo, senza però riuscirci.
Il nuovo blitz porta il testo all’interno del Milleproroghe, che sarà votato in Senato martedì. Il decreto, in scadenza il 27 febbraio, è previsto in Aula tra il 14 e il 15 febbraio. Con un primo ok, anche lo scoglio della Camera diventerebbe molto più agevole. Nell’emendamento si parla di proroga nel caso in cui «sussistano ragioni economiche» e comunque «previa indagine di mercato finalizzata a verificare se altri operatori possano offrire condizioni migliorative». Ma serve anche l’ok dei broadcaster e al momento sia Sky sia Dazn restano silenti, in attesa di sviluppi. Anche l’appoggio al provvedimento del ministro delle imprese e del made in Italy, Urso, non sembra così scontato.
A Palazzo Chigi gli equilibri sono infatti precari. E si sta giocando una vera e propria partita politico-sportiva tra il senatore Lotito (Forza Italia) e il ministro per lo Sport e i Giovani, Abodi, che non sembra d’accordo sulla necessità di una forzatura sui diritti tv. Abodi è chiarissima espressione della premier Meloni (quindi Fratelli d’Italia), che l’ha voluto con sé nella squadra di governo chiedendogli di rinunciare al già sicuro incarico di amministratore delegato della fondazione Milano-Cortina. I l titolare del dicastero si è trovato spesso dall’altra parte della barricata rispetto a Lotito (vedi la rateizzazione delle tasse) .