L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sulla gara di oggi tra Atalanta e Roma.
Dopo il tempo del turbamento, scorre l’ambizione. «Andiamo a Bergamo per vincere, possiamo vincere. Non firmerei per un pareggio a tavolino». José Mourinho alza il livello della sfida. Forse perché sa che il mercato è vicino, forse perché crede che ha visto le facce dei giocatori. Pur riconoscendo la superiorità dell’Atalanta, non è disposto a consegnare la Roma all’avversario come è successo contro l’Inter. La sua conferenza stampa di vigilia è un manifesto programmatico: «In questo momento non saprei indicare un obiettivo per la nostra stagione. Abbiamo cominciato un progetto a lungo termine, nel quale contano altre cose: l’empatia ad esempio. Non si potrebbe lavorare insieme per anni se non esistesse alla base questo sentimento. E a Trigoria posso assicurarvi che l’atmosfera è fantastica. Abbiamo un grande spirito di squadra e vogliamo dimostrarlo contro l’Atalanta, una squadra e una società che meritano ammirazione per i risultati che hanno raggiunto in questi anni».
differenze. Tra Atalanta e Roma non ballano solo 9 punti in classifica: «Il loro progetto è cominciato con Gasperini sei anni fa (in realtà sono 5, ndr). Il mio da sei mesi. Non è solo un problema di identità del gruppo e di organizzazione ma anche di finestre di mercato disponibili per migliorare la rosa. Loro hanno 25 giocatori di qualità ed esperienza, noi 14-15. Però non ho alcun dubbio: non vado lì senza provare a vincere. Ho gente brava che può darci una mano». Lo confortano il recupero di Smalling e i progressi di Zaniolo: «Chris ci sarà. E anche Nicolò partirà titolare. Sono contento di lui, della mentalità che propone in ogni allenamento: i suoi numeri sono strani, visto che ancora non ha segnato in campionato. Ma deve stare tranquillo, i gol arriveranno. Basta lasciarlo tranquillo. Non so se sarà questa la sua partita, perché nessuno vince le partite da solo, ma so che a Bergamo può dare un grande contributo alla squadra».