L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sulla riforma della Serie A e le big che vogliono un campionato a 18 squadre.
Dopo 26 anni, la serie A cambia nome. Dal prossimo campionato, infatti, non sarà più targata Tim, ma Enilive, in cambio di 22 milioni a stagione (contratto 3+2), con incremento del 17% rispetto al contratto precedente. I club hanno approvato la nuova partnership all’unanimità. Ma, durante l’Assemblea di ieri, si sono trovati tutti d’accordo anche nella richiesta alla Federcalcio di un maggiore autonomia per la massima categoria. Era già accaduto in passato, ma stavolta il passo è stato fatto in maniera più esplicita, con tanto di invocazione del modello della Premier. «Abbiamo avviato un percorso per valutazione soluzioni organizzative che consentano alla serie A di avere il ruolo che le compete e che rispecchia la sua importanza nel sistema», ha spiegato Casini. Ancora una volta la scintilla è stata accesa da De Laurentiis. Subito si è accodato pure Lotito. E, alla fine, sostanzialmente tutte le società si sono trovate allineate.
MESSAGGIO A GRAVINA. Nulla è ancora sul tavolo, però. Nel senso che c’è stata una dichiarazione d’intenti. L’idea è di arrivare a qualcosa di più concreto per l’Assemblea del 26 febbraio. A quel punto mancheranno soltanto due settimane all’Assemblea straordinaria convocata da Gravina per la modifica dello Statuto, che nei piani del numero uno di via Allegri dovrebbe produrre una serie di riforme dell’intero sistema calcistico italiano. Dieci giorni fa, Gravina si era presentato davanti alla serie A, proponendo riduzione delle retrocessioni e l’accorpamento di B e C per aumentare il peso della massima categoria in Consiglio. Diversi club, però, non avevano gradito il suo atteggiamento e che fosse comunque lui a tirare le fila. La presa di posizione di ieri, insomma, è un messaggio al presidente federale. Da capire se dietro la “minaccia” ci sia qualcosa di effettivamente concreto. Di sicuro, la serie A vuole decidere le sue cose in autonomia, non accetta di prendere in considerazione l’eliminazione del diritto di veto, e vorrebbe presentarsi direttamente davanti al Governo con le sue richieste, senza più il filtro della Figc.
FRONTE DEL NORD. Tutto questo impianto, però, si scontra con la mancanza di unità che continua ad esserci all’interno di via Rosellini. Ieri, infatti, ancora prima dell’Assemblea, Inter, Juventus e Milan si sono incontrate per conto proprio, trovandosi compatte sulla necessità di ridurre il massimo campionato da 20 a 18 squadre: un’istanza complicata, tenuto conto del blocco dei club medio-piccoli. Il tema è stato sollevato anche nella riunione, ma è stato accantonato per dare priorità all’autonomia. «Ne riparleremo quando potremo decidere per conto nostro», è stato detto alle tre grandi del nord.
CIFRE. Tornando agli sponsor, insieme all’avvicendamento tra Tim (l’offerta per il rinnovo era di 19 milioni) ed Enilive, ieri è stata approvata all’unanimità anche la conferma di Frecciarossa come partner per la Coppa Italia. Pure in questo caso c’è stato un incremento complessivo rispetto all’ultimo contratto del 32%. Per i prossimi 3 anni, la media dei ricavi sarà di 5,5 milioni a stagione.