Corriere dello Sport: “Serie A. Domani la Lega si ritrova (in conference call): i temi, le incertezze e lo scenario più realistico. Sampdoria e Genoa a rischio…”
L’edizione odierna del “Corriere dello Sport” si sofferma sull’assemblea di Lega A prevista per domani. Di cosa discuteranno domani i presidenti di serie A? Devono stabilire l’agenda degli interventi più urgenti, ma considerando tutte le variabili: brevissima, breve, media e lunga distanza. Ovvero ripartenza a maggio (improbabile), a giugno (possibile), a luglio (realistica) o addirittura chiusura anticipata della stagione. Nel caso in cui la stagione si protraesse fino a luglio (scontato), come ci si regolerà con la presentazione dei bilanci societari al 30 giugno e con i contratti di calciatori che scadono in quella stessa data? È ipotizzabile un provvedimento di prorogatio? La proroga è uno dei temi in discussione: tra i primi a richiederla, Andrea Agnelli. Ma anche Galliani ne ha parlato nel corso dell’intervista rilasciata al nostro giornale considerandola inevitabile. Il lodo dell’ex ad del Milan ha incontrato il gradimento di Dal Pino; l’ostacolo difficilmente aggirabile, le urgenze economiche di alcuni club. Lo stress economico provocato dall’emergenza pone a rischio le entrate dei club e della stessa Lega. È possibile un ridimensionamento generale, oppure la Lega pensa a un rilancio quando torneranno le condizioni di normalità? Si può pensare un’azione di solidarietà della Lega principale verso quelle di grado inferiore, che rischiano di registrare una morìa di club? Anche il ridimensionamento è inevitabile, al momento non è prevista alcuna azione di solidarietà verso le leghe inferiori, trattandosi di realtà autonome sotto molti punti di vista. Presto sarà rivista anche la mutualità, paracadute compresi Lo stop potrebbe indurre una ridiscussione della stagionalità, ciò che peraltro era già da programmare in vista dei Mondiali 2022 che si svolgeranno in Qatar durante l’inverno. Sarebbe ipotizzabile ridisegnare il calendario da subito, magari portandolo al 2023 con un calendario che coprirebbe l’anno solare, anziché il tradizionale periodo estate-primavera? Secondo alcuni presidenti (Cellino in testa: l’ha affermato ieri) il campionato deve ripartire a agosto/settembre così come è iniziato l’agosto scorso. Si potrebbe presto votare questa risoluzione, sono favorevoli 18 club su 20. Stessa cosa per le coppe ma è necessaria un’intesa con la Uefa. Lo spostamento di un anno di Euro 2020 dovrebbe ovviamente comportare anche quello dei Mondiali qatariani.
Nel caso in cui il campionato non ripartisse più, verrebbero considerate valide le posizioni dopo la ventiseiesima giornata, l’ultima disputata? Gravina è contrario al congelamento della classifica, delle retrocessioni e delle promozioni. La Figc, a differenza della Lega, è un’associazione riconosciuta da un punto di vista giuridico/ societario. Tuttavia per gli obblighi assunti gli amministra tori rispondono anche in solido. A livello di entità giuridica il rischio per Gravina di fronte a una causa per danni fattagli, che so, dal presidente del Benevento che senza la promozione ormai virtuale perderebbe svariati milioni, è basso. Ma la tendenza alla prudenza sarà massima. Quali sono le posizioni dei club? Negli ultimi tempi è stata trovata una sorta di condivisione dei problemi e delle soluzioni, meno fragile rispetto al passato e soprattutto sostanziale. I presidenti più battaglieri e distanti dalle posizioni della maggioranza sono naturalmente Lotito e, per motivi differenti, De Laurentiis. Dal Pino è però convinto che i due portino elementi di valutazione ed eccezioni funzionali a una visione globale della situazione. Quali sono le società più a rischio? Non tutti i club hanno problemi insormontabili. I casi più complicati sono quelli delle genovesi poiché, oltre a una classifica sconsolante, hanno proprietari in grosse difficoltà sul piano imprenditoriale: Preziosi (Genoa) che prima del lockdown era prossimo alla quotazione in Borsa delle aziende, si ritrova con tutti i punti vendita chiusi; Ferrero, che a gennaio era passato al concordato preventivo per provare a salvare i business di Farvem Real Estate (immobiliare) ed Eleven Finance (cinema), ha visto peggiorare notevolmente la situazione.