Corriere dello Sport: “Serie A, diritti tv. La svolta in chiaro”
L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sui diritti tv in serie A.
Almeno 900 milioni di euro. Superata quella quota, infatti, ci sono margini perché i diritti della serie A, a partire dalla stagione 2024/25, vengano assegnati. Anche se non mancano i club per cui non sarebbero sufficienti. Al di sotto, l’asta si dimostrerà un flop e si procederà con l’esame delle offerte per diventare partner nella realizzazione del Lega Channel. La partita si giocherà nell’Assemblea di oggi pomeriggio, quando verranno esaminate le nuove offerte delle tv che, inizialmente, avevano partecipato al bando, vale a dire Dazn, Sky e Mediaset. Giovedì scorso si è tenuta una lunga giornata di trattative private tra i rappresentanti della serie A e quelli dei broadcaster. Il risultato è stata la correzione di alcuni pacchetti – rispetto agli 8 di partenza, in base alla tipologia di offerte, siamo scesi a 5 – per consentire un rilancio, rispetto alle cifre messe inizialmente in busta. Le modifiche più sostanziali riguardano il meccanismo dei pick, ovvero di scelta delle partite da parte delle televisioni. Serviva un riequilibrio, perché, in assenza di Amazon (l’aspettativa era che fosse in corsa…), ci sarebbe stato un eccessivo vantaggio per i broadcaster con l’esclusiva più ampia, non solo per i big-match, ma in generale.
SCENARI. Seppure non siano uscite le cifre ufficiali, le prime offerte erano ben al di sotto del minimo indicato nel bando, ovvero 1,15 miliardi. La giornata di trattative, attraverso le concessioni di via Rosellini, ha fatto sì che le televisioni promettessero un rilancio. Come premesso, l’asticella è a 900 milioni, ma non per un’assegnazione quinquennale. Sarebbe un passo indietro rispetto ai 930 del triennio 2021/24, ma il mercato in questo momento non è favorevole, come si è notato anche per i diritti di altri campionati. Ecco perché, arrivando almeno a quella quota, ci sarebbero i margini per un’assegnazione (magari non completa), contrariamente agli “umori” di qualche settimana, che sembravano soffiare verso il Canale. Possibile anche che si prenda tempo. Ma un risultato fortemente negativo, inevitabilmente, alzerebbe un polverone di polemiche, accedendo gli animi dei dirigenti. Ad ogni modo, ferma restando la possibilità di un’assegnazione triennale o quinquennale, volendo fare una previsione, gli scenari che si potrebbero configurare sono sostanzialmente tre. La conferma dello schema attuale, ovvero solo Dazn e Sky a trasmettere le partite, con la prima ad averne una parte in esclusiva. Oppure Dazn e Mediaset, che trasmetterebbe una partita in chiaro, e Sky fuori. O, infine, tutti e tre i broadscaster, sempre con il Biscione a ad accaparrarsi una gara free.
MINIMO ALTO? Nel frattempo, è stato emesso anche il bando per Coppa Italia e Supercoppa del triennio 2024/27. Ebbene, il minimo garantito ha subito un notevole aumento, visto che siamo passati dai 42 milioni a stagione del periodo attuale ai 62 del prossimo. L’ultima asta l’aveva vinta proprio Mediaset, investendo 48 milioni. Le nuove cifre, però, vengono ritenute eccessive dagli operatori. Vero è che la Supercoppa ha cambiato format, trasformandosi in una Final Four invece di una gara secca, ma la Coppa Italia, conservando lo stesso impianto, di fatto offre gare di concreto appeal televisivo soltanto a partire dai quarti. Inoltre, a proposito del Biscione, c’è un dato significativo di cui tenere conto: la finale di Champions, con l’Inter a sfidare il Manchester City, ha generato un indotto di 5 milioni: una cifra importante, ma rispetto a 62 milioni? In ogni caso, il termine per presentare le offerte è fissato alle 10 del 13 luglio.
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