L’edizione odierna del “Corriere dello Sport” parla della sospensione collettiva degli allenamenti in serie A. Dopo le frizioni tra i presidenti degli scorsi giorni, l’assemblea della Lega di oggi (ore 13) dovrebbe varare una linea comune, ovvero quella dello stop, sia perché 7 club su 20 (Juventus, Inter, Sampdoria, Verona, Fiorentina, Udinese ed Atalanta) hanno i loro tesserati in quarantena sia perché la ripresa del campionato è lontana – si legge -. Andare allo scontro con l’Aic e l’associazione italiana medici sportivi non sarebbe opportuno in un momento in cui la salute pubblica e la sicurezza sul posto di lavoro hanno un peso chiave nel prendere le decisioni. Non solo nel calcio, ma nel Paese. I presidenti hanno capito che costringere i loro dipendenti a sudare durante la settimana nei rispettivi centri tecnici avrebbe prefigurato responsabilità in caso di contagio visti i contatti non evitabili per esempio nelle partitelle. Il Dpcm prevede che gli atleti si possono allenare, ma il buonsenso sta spingendo nella direzione opposta. Ci sarà un accordo? Tanto, come evidente dai social, i calciatori non hanno smesso del tutto di fare movimento. I giorni di stop saranno sottratti alle vacanze estive. «Se il campionato dovesse riprendere a inizio maggio – ha detto Gravina a XXL – per il momento io lascerei perdere la questione allenamenti». L’Aic a breve convocherà un consiglio direttivo per discutere del tema. Il presidente Tommasi a “Che tempo che fa” ha spiegato: «Tante persone non capiscono che bisogna stare a casa ed è stato difficile spiegarlo anche nel mondo del calcio. Ora la Uefa aiuti le Leghe a finire i campionati e sposti l’Europeo. Riprendere a giocare a inizio aprile? Non è possibile. Speriamo di farlo a fine maggio-inizio giugno». Se a livello europeo la Uefa ha intenzione di ripartire con le federazioni e con i club i mancati introiti per lo slittamento di Euro 2020, in Italia la Lega Serie A, in sinergia con la Figc, chiederà al Governo un aiuto per attutire i danni procurati dal Coronavirus, stimati al momento in circa 600 milioni di euro (450 di diritti tv, 150 di botteghino e altro). Una cifra precisa sarà definita domani, dopo che i dati di tutte le società saranno valutati dalla competente commissione della Lega (ne sono state create 6 alle quali oggi se ne aggiungeranno altre 2). L’obiettivo è presentare una richiesta dettagliata all’Esecutivo – conclude il quotidiano -.