Corriere dello Sport: “Sentenze subito, penalità alla fine: «Mai più casi Juve»”

Il ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi e il presidente ANGI Ð Associazione Nazionale Giovani Innovatori, Gabriele Ferrieri, in occasione della cerimonia dÕOnore Premio Nazionale ANGI presso lÕauditorium Ara Pacis a Roma, 1 dicembre 2022. ANSA/CLAUDIO PERI

L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sui casi di giustizia sportiva e in particolar modo sul caso Juve.

«Mai più casi Juve» si era detto alla luce delle sentenze che, durante la stagione 2022-23, hanno riscritto più volte la classifica. Il governo aveva promesso una svolta e ieri – a sorpresa dopo le frenate politiche e tecniche di due giorni fa – il Consiglio dei Ministri ha approvato una norma che molti considerano essere più di estetica che di sostanza. Nel senso che non cambieranno gli iter processuali (i membri dell’Esecutivo inizialmente avevano preteso “tutti i giudizi a fine campionato”) ma solamente la «visibilità sulla classifica», come ha spiegato il titolare del dicastero, Andrea Abodi. E cioè le penalizzazioni, d’ora in avanti, avrebbero un impatto sulla graduatoria solamente nel momento in cui passassero in giudicato, non prima dei tre gradi previsti (Tribunale Federale, Corte d’Appello, Collegio di Garanzia). E se i ricorsi andassero oltre la stagione sportiva, come sarebbe accaduto proprio con la Juventus senza il successivo patteggiamento per la manovra stipendi? La questione preoccupa già gli esperti. Una volta superati i rilievi di mercoledì mattina del Dagl (dipartimento affari giuridici e legislativi), che poneva dei dubbi sulla legittimità del provvedimento sia dal punto di vista giuridico sia sotto il profilo dell’autonomia dello sport, il Cdm ha approvato.

«Abbiamo stabilito, con efficienza e trasparenza, che la visibilità nelle classifica delle penalizzazioni della giustizia sportiva ci sia soltanto al consolidamento delle sentenze, cioè quando passano in giudicato – ha spiegato il ministro per lo Sport e i Giovani, intervenendo in conferenza stampa – La speranza è che le tempistiche del Collegio di Garanzia siano coerenti con i termini per iscrizioni del campionato. Noi abbiamo avviato il percorso, Coni e federazioni ora dovranno completarlo». Il “dl sport”, approvato in un’ora insieme agli altri provvedimenti tra cui il disegno di legge sulla riforma della giustizia, punta a evitare «quello a cui abbiamo assistito quest’anno, con il -15, +15 e il -10… a tutela della competizione in generale» ha aggiunto Abodi. Nel pacchetto c’è anche la norma sulle plusvalenze. Per evitare che le operazioni “fittizie” facciano la parte del leone sono rese valide ai fini fiscali sono le transazioni in denaro effettive; un club potrà inoltre usufruire dei benefici «se l’atleta che genera la plusvalenza è in ammortamento a bilancio non per una ma almeno dalla seconda stagione».

Nel decreto novità pure sulla Covisoc (avrà più poteri e la vigilanza sui club sarà rafforzata) e sul vincolo sportivo che non decadrà dal 1° luglio per società e federazioni dilettantistiche, le quali godranno di una “zona cuscinetto” di due anni. Passo indietro, infine, sui mandati dei presidenti federali. «La norma è stata cancellata per aspettare la Corte Costituzionale», ha ammesso Abodi, da sempre contrario agli incarichi senza fine. La Consulta si esprimerà il 5 luglio, in seguito a un ricorso di un consigliere della Federtennis, proprio sulla legge che fissa a tre il numero massimo di incarichi. Nel testo entrato due giorni fa in pre-consiglio era stata aggiunta la parola «consecutivi» (secondo i più dopo l’intervento del ministro Giorgetti); un modo per porre fine alle lunghe avventure politiche di presidenti longevi come ad esempio Binaghi, Barelli, Chimenti e Petrucci. Il governo ha preferito fare un passo indietro.