Corriere dello Sport: “Sebastiani: «Il Pescara è in vendita. Episodio inaccettabile, non resto per forza. Chi vuole il club si faccia avanti: sono pronto»”

“«Sono indignato. Lascio il Pescara». Sono state queste le parole a caldo del presidente biancazzurro, Daniele Sebastiani, poco dopo le 03.30 di ieri mattina, appena dopo che ignoti avevano appiccato il fuoco alle due sue autovetture parcheggiate all’interno del cortile dello stabile dove risiede. Più tardi, ancora scosso, ma confortato dalla solidarietà di tanti amici e tifosi, il patron del Delfino ha parlato di nuovo dell’accaduto. «Questa è una città piena di chiacchiere, dove si ha a che fare con una realtà in cui si spingono le folle quasi all’odio puntando su falsità evidenti, quali fantomatiche offerte per acquistare la società che io non ho mai ricevuto». Parole pesanti, ma allo stesso tempo pesate bene dal patron che ha voluto commentare il grave episodio intimidatorio. «Dispiace – ha detto ancora Sebastiani – di essere stato involontario protagonista di un qualcosa che non era mai accaduto in questa città. Dispiace perché al di là del gesto, che è da condannare a prescindere, quello che è successo arriva dopo il lavoro fatto in questi anni per rilanciare il nome di Pescara e della squadra di calcio. Salire oggi alla ribalta delle cronache nazionali per un fatto come questo non porta nulla di buono per il Pescara, non certo per Sebastiani. Sono gesti che fanno pensare e ti fanno rimanere veramente male. Ma non mi meraviglio perché conosco questo mondo del calcio in cui oggi puoi essere una divinità e domani l’ultima ruota del carro. Per questo non mi sono mai esaltato nei momenti belli e neppure depresso quando le cose non andavano bene». SOLIDARIETA’. Il presidente del Pescara, tra una telefonata e l’altra di solidarietà – «in poche ore ho dovuto cambiare già tre batterie al cellulare» – è poi tornato sulle sue dichiarazioni del 91′ con la Lazio, quando, dopo le contestazioni dei tifosi e la brutta prova della squadra, aveva parlato per la prima volta della possibilità di lasciare la società a fine stagione. «Io confermo quello che ho detto, parole che non ho pronunciato a caldo. A mio avviso se una persona non è ben vista non deve stare in paradiso a dispetto dei santi. Per me la presidenza del Pescara non è un lavoro, piuttosto un impegno oneroso che toglie spazio alla mia famiglia e alle mie attività». RUMORS. Poi l’affondo finale sulle voci ricorrenti nelle ultime ore, con insistenti rumors che vorrebbero trattative per la cessione della società. «Se qualcuno vuole acquistare il Pescara – ha continuato il presidente biancazzurro – deve fare delle offerte a chi, come il sottoscritto e i miei soci, possiede la maggioranza delle quote azionarie. Se si vuole cambiare il vertice della società e portare all’interno persone per bene, queste persone veramente per bene sicuramente non entrerebbero in un contesto in cui se perdi dieci partite ti tirano le bombe. Evidentemente parliamo di un altro genere di contesto e di persone che vivono di espedienti. Io – ha concluso Sebastiani – resto al mio posto, perché ho le quote di questa società, così come gli altri soci con cui condividiamo oltre il 70%, quindi vado avanti anche perché non faccio il politico e mi devo dimettere. Questa è una società di capitali e se qualcuno ci deve sostituire evidentemente dovrà rilevare le nostre quote, poi noi andremo a casa. Quello sì, ma le dimissioni si danno se fai un lavoro dove qualcuno ti ha messo al vertice. Io per stare qui ho messo dei soldi, impegno, passione e quindi se qualcuno vuole venire a prendere il mio posto, la strada non solo è aperta, ma spalancata, tuttavia dovrà avere le idee chiare ed essere una persona seria. Perché io non mi porterò mai sulla coscienza il fatto di lasciare una società in mano a delinquenti: parliamo della squadra della mia città!»”. Questo quanto riportato da “Il Corriere dello Sport”.