“In una Palermo calcistica dove da mesi impazza essenzialmente la polemica quotidiana fra città e proprietà, Bruno Tedino sta avendo il piccolo merito di tornare a spostare l’attenzione sul campo di gioco. L’impresa non è facile perché il Palermo va ricostruito sulle macerie di quello retrocesso eppure con lo stesso (o quasi) materiale umano, e perché l’atmosfera attorno è negativa. Le attenzioni della piazza sono più dirette ai comportamenti di Zamparini e alla prospettiva di una cessione societaria che verso il campionato, e questo può facilmente distrarre. La bravura del tecnico friulano reduce da ottime stagioni col Pordenone è stata fin qui quella di creare quasi uno scudo ad un gruppo che partiva fra moltissimi dubbi. Via i retaggi del passato e le ombre delle imposizioni del presidente (che ci sono sempre). Riportare il lavoro tattico e sul campo alla base di un progetto che deve innanzitutto riconquistare la città e contemporaneamente diventare vincente. Non bastano 90′ per stilare giudizi definitivi, ma per adesso, il Palermo è cresciuto partita dopo partita, senza incantare e mostrando un calcio già delineato e semplice, votato all’attacco ma sufficientemente equilibrato.
OBBLIGO DI DIMOSTRARE. In Coppa, goleada in apertura contro la modesta Virtus Francavilla e partita pari col Cagliari di categoria superiore. Ora superato il prevedibile ostacolo di un debutto psicologicamente complicato con una vittoria larga. Tedino rallenta: «Abbiamo l’obbligo non tanto di vincere il campionato quanto di dimostrare come e quanto lavoriamo per una città che deve tornare a stare dove merita. La prima vittoria sarà vederci riconosciuto dai tifosi questo orgoglio ed un senso di appartenenza». Il riferimento è all’apporto essenziale che potrebbe dare la piazza oggi ferma a numeri bassissimi per chi conosce il calore di Palermo: «Ringraziamo chi ci è stato vicino con lo Spezia, ma noi non abbiamo ancora fatto nulla». Però un abbozzo del suo calcio già si vede: «Considerando il caldo di agosto, giocare almeno un’ora a ottimi livelli mi conforta – riconosce il tecnico – i gol dei due macedoni? Trajkovski non si rende neppure conto di quanto forte sia, aspetto che completi il salto di qualità convincendosi che uno con i suoi mezzi in serie B deve fare la differenza. Di Nestorovski, che poteva essere incerto se restare in categoria inferiore, apprezzo la voglia e le energie con cui si batte: vuol dire che si sente coinvolto nel progetto»”. Questo ciò che si legge sull’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport”.