Corriere dello Sport: “Scontri, otto tifosi fermati: 4 palermitani e 4 laziali. Sono stati tutti accusati di rissa aggravata e lesioni”
“Otto persone fermate con l’accusa di rissa aggravata e lesioni: quattro palermitani e quattro laziali. E’ il bilancio degli scontri tra opposte tifoserie avvenuti domenica pomeriggio a Palermo, all’incrocio tra via Libertà e via Mazzini, prima della gara tra i rosanero e i capitolini. Per quanto riguarda i supporters biancocelesti, tre dei quali erano stati già denunciati per i disordini post-derby a Formello, i provvedimenti sono scattati per i ventiduenni Massimiliano Morelli e Gabriele Lordi (già sottoposto a Daspo), oltre a Daniele Casella e Marco Massaro (26 anni). I tifosi “locali” arrestati, di età compresa tra i 23 e i 28 anni, sono invece Alberto Gabriele Bruneo, Aloui Chadli, Emanuele Cardella e Maria Emmanuele Surdi. Coinvolto nelle schermaglie anche il ventunenne Mattia Falcone, il sostenitore rosanero rimasto a terra durante la colluttazione e preso a calci in testa. Falcone, per il quale è scattata la denuncia e al quale è stata contestata assieme ad Aloui e Surdi la violazione del Daspo, è ricoverato all’ospedale di Villa Sofia e nella notte tra domenica e lunedì è stato trasferito nel reparto di Chirurgia plastica e maxillo-facciale per ridurre le fratture al lato destro della mandibola, dell’orbita e dello zigomo. I palermitani fermati sono aderenti ai centri sociali, in particolare Anomalia ed Ex Karcere: «E’ stata un’aggressione che non ha nulla a che vedere con le rivalità sportive – ha dichiarato il questore di Palermo, Guido Longo – la matrice è ideologica». Una ricostruzione diversa da quella del Centro sociale Anomalia secondo cui «i fatti vanno inquadrati solo nel contesto di dinamiche ultras». ARIA PESANTE. Il clima di tensione alimentato dagli scontri si è percepito anche in occasione della partita. Di sera, tuttavia, le due tifoserie non sono venute a contatto. Al “Barbera”, la miccia è stata la contestazione degli ultras rosanero nei confronti della squadra. Una condotta manifestata anche attraverso il lancio di potenti botti che ha determinato in due circostanze la sospensione dell’incontro: «I petardi sono stati occultati all’interno degli indumenti intimi – ha spiegato il questore – il personale all’ingresso ha effettuato le ispezioni anche con il metal detector ma oggetti così piccoli, della dimensione di un dito, a volte sfuggono al controllo. Avremmo dovuto perquisirli tutti ma questo non è consentito». Gli investigatori della Digos sono al lavoro per identificare gli altri responsabili dei disordini in via Libertà e all’interno dello stadio”. Questo quanto riporta l’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport”.