L’edizione odierna del “Corriere dello Sport” si sofferma sul caso calcioscommesse in Serie C. Ecco quanto riportato: “«Io non lo se sabato gioco. Se sabato non ci dovessi essere, semu pessi». Ovvero, traducendo dal dialetto catanese, siamo rovinati. E’ una delle intercettazioni che gli agenti del Compartimento della polizia postale di Catania considerano paradigmatiche nell’ambito dell’indagine che ha portato all’esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di tre persone: il 29enne calciatore del Foggia, ma lo scorso anno al Bisceglie, Giordano Maccarrone, il dipendente di una non meglio identificata ditta privata, Rosario Cavallaro (39 anni) e il titolare di un centro scommesse cittadino, il trentanovenne Andrea Leanza. Ad essere ascoltato e registrato dalle “cimici” degli investigatori è proprio Maccarrone, l’uomo sul quale gli altri due puntavano per mettere da parte qualche migliaio di euro. Era lui, difensore centrale con un passato al Messina, al Parma e pure nelle giovanili del Catania, a dover “favorire” gli eventi su cui gli altri due avrebbero puntato: «E’ facilissimo – sottolineano i suoi compari – E’ l’unico modo che, tranquillamente, non può succedere niente. Che poi sono cose che in Italia non ci sono: si gio… si faranno fuori dall’Italia». Queste “cose” cui si fa riferimento in tale telefonata sono le scommesse sul numero di calci d’angolo e di espulsioni che si possono registrare nel corso di una partita. Secondo le accuse mosse dalla Procura della Repubblica di Catania, che ipotizza per tutti il reato di concorso in frode in competizioni sportive, Maccarrone avrebbe influito su tali avvenimenti, favorendo le giocate dei due amici che, per l’appunto, venivano realizzate su piattaforme maltesi. Fuori dall’Italia, per l’appunto. Nel mirino tre gare: Trapani-Bisceglie del 13 ottobre 2018 (poi finita 1-0 per i padroni di casa), Rende-Bisceglie del 3 marzo 2018 (finita 1-1) e Bisceglie-Sicula Leonzio del 16 ottobre 2018, conclusa senza reti. Il giro di affari attorno a queste scommesse sarebbe stato di poche decine di migliaia di euro. Ciò con la doppia finalità di non far accendere i riflettori sul tipo di giocata effettuata, quindi di garantirsi una base di introiti bassa ma costante”.