L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” ripercorre la vita e la carriera del neo-allenatore rosanero Guillermo Barros Schelotto, da giocatore a marito di Matilde Carriqui e papà di quattro figli. Di seguito ecco quanto si legge:
“Lui ribelle, lei alla moda; lui del Boca, lei del River; lui pallone a colazione, pranzo e cena; lei esuberante e glamour, Il fascino del mito e quello dell’allegria, il re del gol e la regine delle scarpe griffate. Guillermo Schelotto e Matilde Carriqui, il mondo del calcio e quello dei figli, già quattro. La loro avventura è cominciata da un mese , da quando Zamparini dopo aver incontrato la leggenda del Boca in carne e ossa l’ha nominata erede della sua panchina. I due, in viaggio da due settimane negli Usa, hanno interrotto le vacanze per sbarcare in Italia, incontrare Zamparini e conoscere la squadra. Dopo i trionfi con il Lanus le sue dimissioni, il Boca gli ha chiuso la porta, Zamparini gliene ha aperto un’altra. Ma il suo pensiero è sempre quello.
LA FAMIGLIA
Hugo Barros Schelotto, suo padre è stato presidente del Gimnasia nel 1983. Cristina, la madre, insegna. Quattro i figli che ha avuto da Matilde: Santiago, Maximo, Nicolas e Lucas. Suo fratello Gustavo sarà il suo vice a Palermo. Lo staff sarà completato da Javier Valdecantos e da Guillermo Ariel Pereyra, vecchio compagno dei gemelli nel Gimnasia.
I PICCIONCINI
Guillermo si è sposato nel 2003 con Matilde, tra gli ospiti al matrimonio l’immancabile Martin Palermo, Maradona e l’ex patron del Boca, Mauricio Madrì. Matilde è laureata in giurisprudenza, ha 40 anni e occupa un ruolo di rilievo nel Ministero dell’Economia di Buenos Aires. Normalmente sta lontano dalle luci della ribalta della popolarità del marito che se non fosse stato calciatore avrebbe fatto l’avvovato.
LUI
Amato, odiato, controverso, “William il terribile” come una volta si è descritto. Tutto questo unito alla raffinatezza dei gesti calcistici. Per natura insofferente e restio ad accettare tutto ciò che non lo convince. Non ha tatuaggi, non gioca alla play, non porta vestiti fashion come Matilde. Si possono fare cose più interessanti. In casa nella stanza dei ragazzi c’è una play, ma vietato contare su di lui perché non gli piace e non la capisce. «Mi vedo normale, certo anticonformista nell’ambiente del calcio». La moglie lo definisce un tipo tranquillo che passa il tempo libero con i figli. Il suo selfie disegna un uomo “stanco morto” alla fine della giornata. E di quelli che si arrabbiano una sola volta l’anno. Quel giorno meglio non stare con lui.
L’IMMAGINE
Ero un bambino che sognava il calcio, che ha raggiunto il suo scopo lottando con tenacia e che ogni volta va alla ricerca di nuove sfide. Tante virtù, alcune perse». Il bambino che non si faceva mettere i piedi in testa è diventato un allenatore rispettato: «Il calcio mi ha dato e io ho dato. E mi ha insegnato molto, in campo e fuori. Mi guardo indietro e vedo che al di là delle sconfitte e episodi negativi, essere calciatore mi ha reso felice. Spero un giorno di poter dire la stessa sull’esperienza da allenatore.
INFANZIA E PRIMI CALCI
Guillermo e Gustavo, una sola persona, nessun complesso da gemelli, la loro storia non narra di scambi di persona. E l’avrebbero potuto fare visto che sono due gocce d’acqua. Al massimo litigavano, ma mai col fratello più grande- I tre Schelotto ebbero problemi anche con Martin Palermo, poi negli anni diventato il quarto fratello, dopo un avvio pieno di contrasti e colpi proibiti. Le pallonate scagliate nel patio di casa e sull’ambulatorio del papà ginecologo rimbombano ancora. Il dott. Hugo, sfinito costrinse la moglie a trovare un’attività per i figli. Fu così che iniziò la carriera di Schelotto prima nella squadra di quartiere, ma il suo sogno era di finire nel Gimnasia. Così per non essere tesserato dal For Ever raccontava di aver dimenticato ilo documento a casa, riuscì a centrare l’obiettivo. Dal Gimnasia al Boca, compre con Palermo, in sala d’attesa per il provino.
LIBRI, OBAMA, PAPA
Nel maggio 2006 è stata pubblicata la sua biografia “William, il terribile. Storia di un idolo”. Guillermo invece di proprio pugno scrisse quattro anni dopo un racconto per l’infanzia titolato “Le Avventure di Mellizo”. Cioè le sue, Libro in breille per non vedenti «Perché i bambini possano imparare le avventure dei club degli idoli sportivi argentini e raggiungere una maggiore autonomia nella vita quotidiana. L’avventura nel Columbus Crew le diede l’opportunità di conoscere Obama che si presento palleggiando di testa e che lo premiò come migliore giocatore dell’anno. Oggi Schelotto apre un nuovo capitolo. Sistemate le cose con Zamparini e con il Palermo, il suo desiderio è quello di incontrare Papa Francesco, tifoso del San Lorenzo. Il calcio in Argentina è religione, in Italia pure. A Palermo pane quotidiano […]”