Corriere dello Sport: “Sarri avverte: «Napoli, mi aspetto grande maturità. Contro il Palermo non voglio soffrire»”
“Ieri, oggi e poi domani: e mentre il pallone rotola all’infinito, in questo calendario che strizza muscoli dopo essersi impegnato sui cervelli, ciò che resta nell’orizzonte denso è il senso buffo della precarietà, quegli incroci pericolosissimi nel quale si imbatterà – o dovrebbe fare – in appena sei giorni, cercando di regalarsi sogni con la Juventus (il primo marzo), con la Roma (il 4) e con il Real Madrid (il 7). Il campionato è ora, e il Palermo è un’ossessione, però poi ci sarà la settimana della verità assoluta, quella nella quale entreranno le umanissime aspirazioni, le emozioni di massa e pure le storture di una organizzazione che il Napoli ha già sollecitato e alla quale si rivolge anche Sarri: «Per regolamento, non si può giocare dopo 48 ore, abbiamo il diritto di chiedere l’anticipo al venerdì contro la Roma. Questo guazzabuglio lo risolva la Lega». Evitando, possibilmente, d’interpellare Freud. Dritto al cuore, Sarri: ma questo Napoli celebrato per la sua bellezza può lottare per lo scudetto? «Io in questo momento rifletto soltanto sulla gara che ci aspetta: bisogna battere il Palermo, gli altri discorsi li lascio scivolare via. So che è una gara pericolosa, perché c’è il rischio di affrontarla con superficialità. Abbiamo sofferto con la Sampdoria, lo abbiamo rifatto con il Sassuolo e se pensassimo di andare incontro ad una sfida semplice, allora saremmo fuori di testa». Numeri e cifra tecnica sono dalla vostra parte. «Non mi interessa. Ora voglio risultati e punti». Lei sogna? «Forse ma se lo faccio non ricordo nulla…». Ma sognare è lecito? «E’ giusto che lo facciano i tifosi e noi dobbiamo alimentare queste speranze, pur restando con i piedi per terra. Io ho invece il dovere di concentrarmi sul Palermo, alla Champions e alla Coppa Italia mi dedicherò dopo, quando verrà il momento. Qui ci mettiamo in discussione ogni tre giorni e dunque non vedo come possa proiettarmi su appuntamenti tanto distanti». A marzo c’è un intreccio di date da rimanere storditi. «Lo risolva la Lega questo guazzabuglio». Che idea si sarà fatto del Palermo, finito nelle mani di un nuovo allenatore? «Voglio immaginare una sintesi tra le abitudini della squadra e quelle di Lopez. Però poi ci sono anche i dati: affrontiamo un avversario che fa meglio fuori casa che alla Favorita e che può aver spezzato la propria negatività proprio attraverso il cambio del tecnico. Per me è questo il vero esame: quello nel quale dobbiamo dimostrare di essere cresciuti nella testa, perché è facile essere presenti in serate come quelle con il Milan e con la Fiorentina, quando le motivazioni arrivano naturalmente». Dubbi di formazione ne ha. «Verificheremo le condizioni di alcuni di quelli che erano un po’ affaticati. Una certezza: non ci sarà Milik, preferisce allenarsi ancora. E poi riavremo Chiriches, che però ha ricominciato da qualche giorno con il gruppo e che dal 22 dicembre si porta appresso problemi spuntati a Firenze. Non credo sia al massimo. E andrà verificato Ghoulam, che rientra dalla Coppa d’Africa, un contesto completamente diverso». Comincia a mettere minuti Pavoletti. «Che non è facile da gestire, perché non è ancora al massimo ma dovrebbe giocare. Finora ha fatto ciò che mi aspettavo, ma serve pazienza». Va crescendo Maksmimovic. «Contro Kalinic, che ha un repertorio vasto, s’è comportato bene. Buona gara da parte sua e di Albiol». Gabbiadini è sull’uscio. «Non ci sono notizie di mercato e dunque non ho motivo per commentarle. Ma so che Manolo con me ha avuto la media più alta della sua carriera: l’anno scorso, aveva segnato un gol ogni 96 minuti, dunque lo avevamo esaltato». Sono giorni strani, nei quali s’alzano voci di procuratori di calciatori insoddisfatti. «Un manager di alto livello, pur facendo gli interessi del proprio assistito, non entrerebbe in questi meccanismi, né tocca gli equilibri della squadra. Io non me la prendo con l’agente d’un mio giocatore, se da questo ottengo scarse prestazioni. Ma questa è una mia opinione».”. Questo quanto si legge su “Il Corriere dello Sport”.