“È diventato il pomo della discordia. E se proprio vogliamo buttarla in battutaccia non si capisce ormai se giochi più per volere di Zamparini o per meriti propri. O per entrambi. Comunque sia Roland Sallai, ultimo zar di una famiglia di calciatori, piace a Lopez, che ha raccolto la mela lanciata dal presidente e l’ha consegnata al diciannovenne ungherese. Una svolta che non sarà sicuramente piaciuta a Diamanti, nato anche lui di maggio ma quattordici anni prima, considerato in avvio di stagione il fantasista che, con suoi numeri e l’indiscutibile classe, avrebbe dovuto disegnare il nuovo volto della squadra, per compensare la serie di partenze eccellenti. Una scelta che divide, che aumenta rischi e dubbi ora che non si può più sbagliare. Una cosa è sicura. Sallai è un emergente, le sfide con le grandi lo esaltano. “Roli” ha giocato bene con la Juventus, come del resto aveva fatto a Milano contro l’Inter, primo sogno realizzato di un bambino cresciuto col mito del Milan e di Kaka. Un numero venti, doppio concentrato di inventiva, acquistato per raccogliere l’eredità di Vazquez e per lanciare la prossima plusvalenza. Sallai non si è mai nascosto: «Voglio diventare protagonista e non ho paura…». Dopo la Juve, si è confidato al telefono con Digi Sport TV. «Non vedevo l’ora di ripartire, aspettavo la possibilità di un’altra occasione. Troppe cose mi mancavano: la palla, il campo, l’atmosfera. Ho lavorato a parte per qualche settimana ed ero affamato. Per fortuna, ho avuto l’opportunità di giocare allo Juventus Stadium e contro una squadra di valore assoluto. Una magnifica esperienza. E poi mi sembra di essere stato all’altezza e sono contento della mia prestazione. Se in avvio ero emozionato contro personaggi del calibro di Dani Alves e Bonucci? Avrete notato qualche incertezza, poi ho trovato passo e collocazione, un’occasione fantastica per lasciarsela scappare, il disagio è passato in pochi minuti». Il nuovo che avanza toglie spazio a Diamanti. Un disegno del destino o della proprietà? La stella di una nuova frontiera o l’eclissi di un campione ormai logoro? Sallai o Diamanti? La sfrontatezza della gioventù o la necessità dell’esperienza? E se la bellezza dei gesti è patrimonio di entrambi, la saggezza dell’italiano o la freschezza dell’ungherese? Questo il problema nel momento clou della stagione. Intanto le dichiarazioni di Lopez sembrano premiare Sallai. La maglia è sua, Diamanti si consolerà con i venti minuti che Zamparini gli ha… ritagliato. Per il tecnico uruguaiano, Roland è un’autentica e positiva sorpresa. Il talentuoso ragazzo va oltre e promette qualcosa di magico.«È la mia grande opportunità. Sono all’ottanta, novanta per cento della condizione e mi sto impegnando per arrivare al cento o meglio al centoventi e più… Lopez non mi ha ancora parlato del gioco espresso e del rendimento. Mi ha schierato a destra, poi mi ha cambiato di posizione con Norbert (Balogh, ndr) e penso sia andata bene anche a lui. La mia impressione è stata positiva. Prima ero stato impiegato anche in mezzo al campo ma questo nuovo ruolo mi piace». Diciannove anni Sallai, ventuno, ieri, Balogh, quaranta in due, ali giovani per volare e per confezionare un miracoloso finale di campionato, ai lati di Nestorovski. «Con Norbert, negli spogliatoi abbiamo parlato di come fosse la nostra prima, insieme, da titolari e del desiderio di metterci in mostra. Volevamo dare tutto e dimostrare anche a casa, per quanto mi riguarda a mio padre, ai miei zii, a mio nonno, che potevamo giocarcela sia contro la Juve che in A. Spero di avere altre opportunità. Nestorovski è il nostro valore aggiunto, ha un senso speciale per il gol. Il calcio insegna che non si parte mai sconfitti. In fondo, volevamo vincere anche contro la Juventus pur sapendo che non era facile. Con la Samp il progetto non cambia. Siamo in una situazione complicata, ma lotteremo per rimanere in A».”. Questo quanto riportato da “Il Corriere dello Sport”.