Corriere dello Sport: “Rivoluzione serie A. Ecco dove si potranno vedere le partite in futuro”
“L’assemblea della Lega di serie A si riunisce oggi a Milano, nel convulso tentativo di scovare un presidente che eviti il commissariamento del Coni. Se Giovanni Malagò è il convitato di pietra in Via Rosellini, un altro signore, invece, ne è il sicuro benefattore. Nome e cognome: Luigi De Siervo. Ruolo: amministratore delegato di Infront. Missione: ricavare un miliardo di euro dalla cessione dei diritti tv in Italia. Svolgimento a cura dell’interessato: «Il 5 gennaio sarà pubblicato il bando per il triennio 2018-2021. Le buste verranno aperte il 22 gennaio. Come mi sento? Sono pragmaticamente ottimista. Rispetto al giugno scorso, quando l’asta è andata deserta, il clima è meno concitato, lo scenario è cambiato ed è cambiato in meglio. Inoltre, il 19 dicembre è in programma la prima udienza della causa civile intentata da Mediaset contro Vivendi per il mancato rispetto del contratto di acquisto di Premum, ma si intensifi cano le voci di un accordo fra le parti. E credo che, anche questo, possa rivelarsi un segnale nella giusta direzione. La nostra». VIVENDI E MEDIASET. Il tono di De Siervo è sornione e non è diffi cile intuire perché il Numero Uno di Infront stia alla fi nestra, spettatore interessato degli scenari di Cologno Monzese nel risiko delle tv. Tutto dipende dall’ammontare del risarcimento che, in caso di armistizio, i francesi dovrebbero scucire a Mediaset. Le ipotesi più accreditate, che tanto hanno giovato in Borsa al titolo del Biscione nell’ultima decade di novembre, fi ssano a 500 milioni di euro il possibile punto di compromesso, sebbene Mediaset e Fininvest inizialmente puntassero a 3 miliardi di euro. Legato agli sviluppi della guerra o pace sull’asse Milano-Parigi è il futuro di Premium: alcuni esperti prevedono possa potrebbe fornire contenuti alla nuova realtà che nascerebbe dall’intesa fra Tim e Canal+ rimanendo nella scuderia Mediaset, ma ridimensionando lo spazio e gli investimenti riservati al calcio. Premium, si sa, è uno dei soggetti interessati all’asta della Lega. De Siervo fa un passo indietro, alla vittoria degli americani Img nella corsa ai diritti esteri che, notazione non irrilevante, ha fruttato ai club di A il doppio di quanto avessero incassato nel giro precedente. E, tutto questo, nonostante il cannoneggiamento di Aurelio De Laurentiis che al Signor Infront non le aveva mandate a dire, defi nendo «molto ridicoli» i 371 milioni portati a casa dal Team De Siervo. GLI INTERMEDIARI. «Il successo dell’asta per il mercato internazionale si è rivelato un volano d’interesse per i soggetti in lizza sul fronte interno. Il loro numero è sensibilmente aumentato e, si sa, la concorrenza stimola. Due sono le strade percorribili e il 22 gennaio copriremo quale sarà la più interessante per la Lega di A: apriamo le buste e le tv in competizione presentano le off erte più allettanti, cioè il famoso miliardo giornalisticamente tanto evocato o invocato. Apriamo le buste e scopriamo che un intermediario indipendente ha superato la concorrenza altrui e questa è un’ipotesi tanto suggestiva quanto reale». De Siervo non lesina particolari. Ha il pregio della chiarezza per spiegare al colto e all’inclita chi sia e che cosa faccia l’intermediario indipendente. «Ha presente Img che sta per International Management Group? Ecco. Ha acquistato il pacchetto estero e lo piazzerà al miglior offerente. Non escludo possa ripresentarsi il 22 gennaio e presumo non lo farà in solitudine». De Siervo ha una risposta anche per i presidenti impazienti o insoff erenti che non vedono l’ora chiuda la partita. «Il loro è un atteggiamento logico, considerando la tempistica che ci attende. All’inizio dell’anno scatta un altro campionato ed è il campionato fi nanziario. E’ risaputo come molti club siano interessati ad incamerare in anticipo gli introiti televisivi, per evitare di andare in diffi coltà con la gestione dei conti nella seconda parte della stagione in corso e pensando già a quella che verrà. Stiamo lavorando sodo per loro». ANDIAMO AL CINEMA. Oltre alle tv e a Internet, il pacchetto Infront punta a portare il calcio al cinema. E’ una boutade, dottor De Siervo, o una possibilità concreta per un ulteriore introito? «Eccome se è concreta e non soltanto perché Cairo, De Laurentiis e Ferrero siano i presidenti più interessati a questa prospettiva, considerati i mondi in cui agiscono e dei quali sono primattori. Accanto ai bar, ai ristoranti, ai locali pubblici dove sia possibile seguire le partite della serie A, stiamo pensando di trasmetterle anche nei cinema. Grazie alla tecnologia, potremo avere splendidi stadi virtuali che divengano teatro di autentiche feste dello sport. La condizione di partenza? Che i cinema si trovino ad almeno 50 km dalla città in cui si disputa la partita, per evidenti motivi di concorrenzialità. Prezzi scontati, ambienti molto confortevoli, maxi schermi davanti ai quali si ritrovino i tifosi impossibilitati a seguire fi sicamente l’incontro, per via della distanza geografi ca o dei divieti emanati per motivi di sicurezza. A questo proposito, pensi a quanti uomini, a quanta fatica, a quanto denaro si risparmierebbe sul fronte dell’ordine pubblico». La interrompo. Moviola della memoria: anno di grazia 1986, Silvio Berlusconi ha appena acquistato il Milan. In una delle prime, fl uviali conferenze stampa, illustra i suoi progetti per cambiare il calcio. Fra questi, oltre alle rose ampie per essere competititvi in ciascuna delle manifestazioni in cui si scende in lizza; alla guerra alle crostate, cioè all’alimentazione sbagliata dei giocatori; al campionato europeo per i club, l’allora Cavaliere tocca anche la lotta alla violenza negli stadi. E sbotta: bisognerebbe trasmettere le partite anche nei cinema. Si risolverebbero molti problemi e si accrescerebbe l’interesse per lo spettacolo calcio». Dottor De Siervo, trentun anni dopo, per caso non ha mica parlato con Berlusconi? Il Signor Infront sorride. «Direi proprio di no, anche perché nell’86 avevo 17 anni. Piuttosto, osservo che trentun anni dopo le dichiarazioni di Berlusconi, il calcio ha fi nalmente capito come possa andare al cinema». NOI E GLI INGLESI. E’ vero che il disastro della Nazionale di Tavecchio e Ventura, o Ventura e Tavecchio che poi è la stessa cosa, ha depresso l’immagine del calcio italiao nel mondo? Che anche per voi, vendere i diritti sia diventata un’impresa più ardua? «La risposta è no. La mancata qualifi cazione ai mondiali 2018 ha certamente nuociuto all’immagine della nostra Nazionale e toccherà alla Nazionale che verrà, risollevarla. Ma pensi agli inglesi: la squadra dei Tre Leoni non vince un mondiale dal ‘66, anno del primo e unico titolo iridato, eppure la Premier è il torneo più ricco del mondo. Tempo fa, le dissi che per vendere bene i diritti tv della serie A, avevamo bisogno di molti Dybala. Oggi viviamo la più appassionante lotta per il primato dei cinque principali campionato europei con addirittura cinque squadre in lizza; ci avviciniamo a Juve-Inter dopo avere palpitato per Napoli-Juve e aspettando Juve-Roma del 23 dicembre; Icardi, Insigne, Immobile, Higuain, Dzeko e molti altri campioni suscitano passione e interesse; in Europa i nostri club sono fra i protagonisti della prima fase dei due tornei Uefa. No, non siamo all’anno zero»”. Questo quanto riportato dall’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport”.