L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sulla serie A e sulla nuova riforma che incombe.
L’asse Gravina-Dal Pino anche per riformare il calcio. Insieme, infatti, lavorano per ottenere la riapertura degli stadi nella massima misura possibile, mentre il nuovo fronte comune è quello di riformare il sistema calcio italiano. Se n’è avuta una riprova ieri nel corso dell’Assemblea di Serie A convocata per analizzare i vari scenari di un cambio di format del campionato. Ebbene, la riunione era in videoconferenza e tra i partecipanti si è aggiunto pure Gravina. Il numero uno federale ha dato la disponibilità ad aprire un tavolo permanente, allo scopo di individuare una serie di soluzioni condivise che permettano all’intero movimento di ripartire e di essere, soprattutto, più sostenibile.
Serie A ci sarà, evidentemente. Non si presenterà, però, con una propria posizione. Da un lato, perché le discussioni interne non sono ancora arrivata ad una conclusione, ma è ancora in corso la fase di analisi. Da un lato, perché le resistenze rispetto al passaggio a 18 squadre sono consistenti: forse addirittura sopra la maggioranza. L’opposizione è formata dalle società medio-piccole che si sentono a rischio di una retrocessione che, con il varo di un campionato ridotto, avrebbe effetti devastanti, rendendo ancora più complicato il recupero della massima serie. C’è chi sostiene che non sia questo il momento di svoltare, che occorre prima uscire dalla crisi. Insomma, ieri non era il momento di arrivare alla conta, ma si può già dare per scontato che la Serie A arriverà ad un’eventuale decisione divisa. Di contro, le grandi vedono in maniera favorevole la “sforbiciata” di 2 squadre, perché pensano alla torta dei ricavi da dividere in meno parti, ma anche la possibilità di dedicare maggiore impegno alle competizioni europee. Tanto più che la Champions, a partire dalla stagione 2024/25, aumenterà il numero delle partite ed è logico che 4 slot in più farebbero comodo.