L’edizione odierna del “Corriere dello Sport” riporta le parole rilasciate ieri in conferenza stampa dall’attaccante del Palermo RIcciardo. Il bomber messinese ha parlato della possibile parentela con il pilota di Formula 1: «Con il pilota non siamo parenti, ma conosco il padre originario di Matini una frazione di Ficarra, nel messinese, dove abito; e Daniel è tornato in paese con la famiglia quando aveva 4 anni. Lui, la chance, l’ha avuta». Nel corso della conferenza, è stato svelato poi un’intuizione: «Con l’ex rosa Agliardi, ho vissuto a Cesena una stagione memorabile e allo stesso tempo davamo un’occhiata al Palermo. Le disavventure societarie si conoscevano. E scherzavamo, dicendo tra di noi, che saremmo finiti tutti al Palermo. Ovviamente, speravo non fallisse, ma la rinascita può essere fondamentale per ricostruire». Il Messina lo ha aspettato, ma lui è arrivato a Palermo: «Ho un grande rispetto per la mia città e per i tifosi. Ho avuto una chiacchierata con l’FC Messina, ma non voglio creare equivoci. Quando ho saputo della fine del Palermo, il mio obiettivo era quello di approdare nella nuova società. Ho avuto anche richieste dalla C, ma ho preferito realizzare il sogno. Sui social, sono stato attaccato, dunque credo che probabilmente l’accoglienza non sarà delle migliori. Comunque, vado per la mia strada». «Mi chiedono continuamente: quanti gol farai? Il gol è fondamentale e se sto bene fisicamente non mi pongo limiti. Però, non si può fare una previsione. Ad oggi, sono felice e non ho rimpianti. Spero di ripetere la stessa esperienza di Cesena a Palermo che è la piazza in assoluto più importate in cui abbia giocato. L’unico obiettivo è il primo posto». Nella prima amichevole è arrivata una doppietta: «Dopo sei giorni posso dire che questa squadra c’è, a livello di qualità, ma il campionato è duro. Gli under sono bravi. E la caratteristica fondamentale è la cattiveria, perché si va a giocare su campi difficili. Se abbini cattiveria e qualità, allora si può vincere, ma non è un giochino. Anche per Bari e Cesena non lo è stato. Dal primo test ho ricavato un’impressione positiva, perché vincere e segnare fa sempre bene. Dobbiamo continuare su questa strada. Con i compagni mi trovo bene, ragazzi umili, a partire da Santana, che ha giocato nel calcio vero, e per noi è un esempio. Con lui e con gli altri, ho legato subito». A 32 anni, adesso l’opportunità Palermo per la sua carriera: «I primi quattro anni, sono stato con l’Igea Virtus. Poi, ho sempre cambiato squadra, anche dopo le promozioni. Da giovane, mi piaceva vivere situazioni nuove, ora nel Palermo vorrei trovare continuità. Non è mai troppo tardi. Nella vita ognuno ha quel che si merita, non penserò mai di dare la colpa ad altri, è tutta questione di opportunità e fortuna». E sul compagni di camera Malaury che ama farsi chiamare Malò: «Un compagno ideale. Mi piace tanto in campo come si muove da play. Parliamo italiano, ogni tanto gli scappa qualche battuta in francese. Mi ha raccontato la sua storia, di tante situazioni per cui non ha continuato nel grande calcio dopo essere cresciuto nel Monaco. Passo indietro per lui? Parlare di D, a Palermo, è solo una lettera. Da nessuna parte, e anche in A, trovi il calore che i tifosi del Palermo hanno mostrato per un allenamento».