L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sulla gara che il Palermo giocherà a Parma.
Quaranta giorni fa sarebbe stato il big match, oggi la debacle del Palermo dà alla sfida del Tardini contorni diversi. Il Parma si è confermato per mezzi e qualità di gioco e oggi può restare solo al comando approfittando dello scivolone del Venezia; i rosanero si sono infilati in un buco nero che ha travolto le sicurezze di Corini e se vogliono una stagione ambiziosa, devono reagire con piglio, contando sull’incrollabile fede del popolo rosa, a Parma 1.800 tifosi.
L’astuzia di Pecchia. La splendida figura fatta in Coppa al cospetto di una avversaria di A potrebbe dare più energia al Parma ma anche chiedere un pedaggio sul piano della fatica. Pecchia però ha tanti cambi per pescare con attenzione. «Prevedo una partita di astuzia e strategia – osserva l’allenatore dei ducali – diversa rispetto a Firenze. Dobbiamo alimentare la leggerezza e l’entusiasmo con cui stiamo giocando». Neppure stavolta ci sono segnali che facciano pensare a una “ultima spiaggia” per Corini. La posizione del City resta quella, lo stesso tecnico, spiegando che «la squadra è attesa da un periodo durissimo da qui a fine andata», fa capire che l’idea è proseguire così fino a tutto dicembre. A maggior ragione però servono segnali concreti e non semplici proclami di riscossa. Corini punta sul recupero quasi al completo della rosa e su un gruppo che lui assicura unito. Anche l’unico indisponibile, Ceccaroni, è partito coi compagni. «Non tutti sono al top ma riaverli con noi ci dà un senso tattico e atletico diverso», spiega Eugenio.
BIVIO VERO. L’impegno però resta difficilissimo: «Il Parma è in fiducia, fortissimo in transizione ed è costruito per il vertice, dovremo partecipare con la massima attenzione alla fase di non possesso per poi contrattaccare velocemente!. Si torna al 4-3-3: «È la nostra identità. L’ho cambiato per adattamenti dovuti alle assenze – spiega – Bigon a Palermo? Presenza normale, viene spesso, ci scambiamo idee su come lavorare. Le contestazioni? So di essere molto criticato come in passato fui amato da giocatore, ma tutto può cambiare col lavoro. A volte tenere duro è fondamentale, io ribadisco che sento l’appoggio dei giocatori e ho dentro il massimo d’energia per invertire il trend. Non potrei mai perdonarmi di non averci provato fino in fondo, ma penso di poter portare la squadra dove la società mi ha chiesto. La classifica? Prima la dovevamo mantenere, ora la dobbiamo scalare. Dobbiamo essere reattivi».