L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sulla Reggina di Pippo Inzaghi.
Si sono ritrovati dopo otto anni. Uno sguardo intenso, un forte abbraccio e la promessa di tornare a far bene, insieme. E dopo otto anni dal precedente incontro che ha avuto risultati importanti. Jeremy Menez, attaccante francese e giramondo, Filippo Inzaghi, attaccante campione del mondo ed ora allenatore. L’opportunità offerta loro da Felice Saladini, patron della Reggina, poi dal presidente Cardona e dal dg Martino e, soprattutto, da Massimo Taibi. Il ds amaranto ha sempre creduto in Menez. «Calciatore di qualità. Se motivato convenientemente riesce a fare la differenza in campo». Da questo convincimento è nata la conferma del francese finito, già lo scorso anno, nella lista dei partenti. E se l’inizio della stagione è così promettente, Taibi ha visto bene ed ha avuto ragione a trattenerlo. Con forza.
Ma l’incontro salvifico, per tutti, è stato quello tra l’attaccante francese ed il tecnico piacentino. La loro conoscenza veniva da lontano. Dalla stagione 2014-15 con il primo in campo ed il secondo in panchina. Il Milan, la loro casa. L’esperienza di Inzaghi con il titolo di campione del mondo fecero presa sull’allora 27enne calciatore. La stagione di Menez fu la migliore della sua carriera con un bottino di 16 reti in 36 partite. A luglio scorso, l’incontro al Sant’Agata. Nella casa amaranto si sono ritrovati anche se con un pizzico di diffidenza iniziale. Uno sguardo intenso e poi un lungo e forte abbraccio. Ma il difficile doveva ancora arrivare. Anche Inzaghi era stato informato sulle giornate alterne del francese. Alla fine di una serie di incontri il tecnico decise la conferma. Dopo la partita con il Palermo, con vittoria della Reggina ed ottima prova di Menez, l’allenatore amaranto ha ricordato il travaglio iniziale. «Quando sono arrivato dovevo decidere chi tenere. Lui non era in forma. L’ho messo a correre per dieci giorni prima di farlo allenare al meglio. Poi la scelta. Ora si sta prendendo grandi soddisfazioni. Lui – la valutazione di Inzaghi – con la B non ha nulla a che vedere. E lo sa. Sta diventando un leader della squadra. Voglio che continui così soprattutto in allenamento».
Alla base del ritorno di Menez ci sono le decisioni tattiche di Inzaghi. Con il trascorrere delle partite, il francese ha assunto il compito di regista avanzato senza disdegnare le puntate a rete. Corre, insegue l’avversario, indica le posizioni ai compagni, è sempre pronto per l’uno-due, serve assist e cerca, con insistenza, la porta. Nelle prime sei partite ha realizzato 2 reti e servito due assist. Quello di Pisa, per Canotto, con un lancio, di prima, da quaranta metri è stato da applausi. Il rendimento nel nuovo ruolo continua ad essere alto per Menez che dopo le partite, sui social, invita tutti con un convinto «continuiamo così».