Corriere dello Sport: “Realismo da ct, Conte: «O vai a duemila o il gap rimane. Avevo detto che servivano test come questo»”

“La terza sconfitta della sua gestione (dopo Portogallo e Belgio) è di quelle che fanno rumore, per il risultato, per l’avversario, per il momento. Dieci anni fa, prima del Mondiale, l’Italia sconfisse la Germania con lo stesso risultato… Era dal 1979 che la Nazionale non perdeva per 4-1 (il 13 giugno a Zagabria contro la Jugoslavia) ed era dalla finale di Kiev di Euro 2012 che non subiva 4 gol! Antonio Conte così, qui a Monaco, cerca di pesare le parole: «Non fa mai piacere perdere: ma avevamo detto che volevamo affrontare i migliori per capire la distanza che ci separa da loro. Non posso rimproverare nulla ai ragazzi a livelli di impegno: qualcuno ha pagato lo sforzo fisico di giovedì. In questo momento dobbiamo avere grande organizzazione, e andare a duemila se no il gap non si colma: loro sono campioni del mondo e non per caso. Dobbiamo rendere merito a loro, hanno avuto cattiveria, sfruttando tutte le occasioni che hanno avuto». SISTEMA A SPECCHIO. Il ct poi è andato sul piano del gioco: «Loro hanno cambiato sistema, di solito giocano con un 4-2-3-1, si sono messi a specchio rispetto a noi. Quando hai questo tipo di calciatori, ti puoi permettere di cambiare da un momento all’altro. Hanno giocato sull’uno contro uno». Ancora il ct: «Cambia qualcosa? Cosa dovrebbe cambiare, abbiamo fatto una selezione, abbiamo cercato di trovare i migliori in assoluto… Non mi ero esaltato per un pareggio contro la Spagna, non mi posso deprimere con una sconfitta contro la Germania: l’ho detto ieri, se pensate che un solo pari possa far cambiare idea, significa che prima in tanti avevano avuto delle difficoltà. Avevo messo in preventivo una sconfitta contro i migliori; ora abbiamo qualche risposta in più. Non posso bocciare assolutamente nessuno: però farò le mie valutazioni. Certo i giocatori sono questi, non è che in un mese e mezzo o due tiriamo fuori qualcosa dal cilindro». Sul centrocampo lento infine il ct chiude il discorso: «Può essere una chiave di lettura, giusto che lo facciate. Sono vostre considerazioni, io mi tengo le mie». SEDICI CERTEZZE. Prima della debacle tedesca, Antonio Conte nella consueta intervista esclusiva a Raisport pre gara, aveva avuto modo di fare il punto su alcune questioni chiave. A partire dal gruppo definitivo di giocatori per l’Europeo (lista dei 23 più 4 riserve subito dopo la fine del campionato il prossimo 15 maggio, da confermare ufficialmente alla Uefa l’1 giugno). In questo senso il ct ha dato un numero: «Ho sedici certezze su ventitre». Come dire il 70% dei nomi (il 69,5% per la precisione) per la Francia è già scritto. Il ct ha anche spiegato qualcosa in più: «In questi giorni c’è chi ha guadagnato terreno e chi lo ha perso; al momento delle convocazioni sarò schietto, sincero e sereno. Non mi farò condizionare, non guarderò in faccia nessuno, certamente non saranno scelte politiche». Nè geopolitiche, verrebbe da aggiungere, per quanto Conte aveva detto in passato. In questo contesto potremmo dire che l’attuale lista dovrebbe essere composta dai seguenti azzurri, reparto per reparto. Fatto il gruppo dei portieri (Buffon, Sirigu, Perin), vanno aggiunti, in difesa, i tre senatori bianconeri (Barzagli, Bonucci, Chiellini) più Darmian (il più impiegato fin qui da Conte con Bonucci); a centrocampo le sicurezze riguardano Marchisio, Verratti, Parolo, Florenzi e il recuperato Giaccherini; in attacco infine spazio a Pellè, Candreva, El Shaarawy e Insigne. Per completare il quadro il ct terrà conto anche di queste due partite: da Antonelli a Bernardeschi a Zaza a Eder, dovranno fare benissimo in campionato per arrivare in Francia. Eppoi vedremo alla fine come Conte deciderà di dividere i 20 uomini di campo, per i tre reparti (magari rinunciando a un difensore a favore di un centrocampista o un attaccante). Una volta passata la sbornia di Germania-Italia”. Questo quanto si legge sull’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport”.