“Troppi gol al passivo. Il tallone d’Achille del Palermo è sempre lo stesso. La vulnerabilità in fase difensiva è un difetto che i rosanero si trascinano ormai da diversi anni e che in questa stagione “pesa” ancora di più in una squadra con evidenti lacune anche dal punto di vista realizzativo. I numeri sono impietosi e il fatto che c’è chi sta peggio in termini di perforabilità (il fanalino di coda è in questo caso il Cagliari con 37 gol subiti) è una magrissima consolazione. I rosa, che hanno la peggiore difesa interna del torneo con 17 reti subite, nell’era Zamparini non avevano mai incassato 31 gol dopo 16 giornate, neanche nell’anno della retrocessione (2012/13). È chiaro che subire tante reti è un problema che coinvolge tutta la squadra ma, giocoforza, la difesa resta comunque il reparto più esposto. Il pacchetto arretrato, al netto di alcune assenze importanti (Gonzalez e Rajkovic), non ha ancora un assetto definitivo e in questo girone di andata non ha mai dato garanzie di affidabilità. Morale della favola: la struttura non poggia su basi solide. Il tratto distintivo della difesa rosanero, a prescindere dai moduli adottati dagli allenatori, è la fragilità. Caratteristica accentuata da errori individuali come quello di Goldaniga che, contro il Chievo, ha causato il gol del 2-0 di Pellissier. «Goldaniga è un grande giocatore e farà bene nel resto del campionato – ha sottolineato il compagno di reparto Thiago Cionek – adesso bisogna dimenticare ciò che è successo e aiutarci l’uno con l’altro. Il dito non va puntato contro il singolo. Dobbiamo stare tutti più attenti e ripartire dalle cose semplici». Ripartire, in pratica, dagli input che sta dando Corini: «Conosce molto bene la piazza e tutti i tifosi ne parlano bene – ha proseguito il nazionale polacco – stiamo lavorando su concetti nuovi e in allenamento siamo disposti ad imparare il più velocemente possibile i suoi insegnamenti. Sta cercando, inoltre, di trasmettere a noi l’anima che aveva il Palermo nel quale giocava lui». Il tecnico cerca la medicina giusta per curare i rosanero? Mettere la squadra nelle condizioni di subire meno gol è il primo passo da compiere nel percorso che porta alla guarigione. «Lavoreremo sugli errori commessi – ha confermato Cionek – c’è tanto materiale da analizzare. Gli errori possono essere uno strumento utile per crescere e migliorare. Sui punti persi non possiamo fare più niente, pensiamo a quelli che possiamo conquistare». Teoria valida a partire dal match in programma domenica in casa del Genoa: «È una gara difficile ma non andremo lì già battuti in partenza. In trasferta, oltretutto, abbiamo disputato finora buone partite e siamo consapevoli di potere affrontare chiunque». Ecco il metodo per superare la crisi: «Lavorare tanto e mantenere serenità ed equilibrio, non c’è altra strada. L’ultimo posto in classifica pesa e deve dare fastidio a tutti. Fin quando la matematica ci darà una speranza, dovremo lottare. Gli uomini veri si vedono in questi momenti, bisogna lavorare tanto e non mollare mai. Cambiare dipende da noi: possiamo e dobbiamo migliorare». Il numero 15 rosanero, arrivato a Palermo durante la sessione invernale della scorsa stagione, sa cosa vuol dire lottare fino all’ultimo per la sopravvivenza: «Abbiamo ottenuto dieci punti nelle ultime quattro giornate ma la situazione, con altri giocatori, era diversa. Abbiamo ancora tanto tempo per riprenderci ma sappiamo anche che ogni sconfitta può rendere il cammino sempre più difficile»”. Questo quanto si legge su “Il Corriere dello Sport”.