L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sulla qualificazione al. Qatar 2022 in salita per l’Italia.
Erano in 50 mila ieri sera all’Olimpico, tutti bellissimi, pronti, appassionati, con la voglia di mondiale nel cuore: peccato che l’Italia si sia presentata colpevolmente all’appuntamento con la qualificazione mondiale con 45’ di ritardo, complicandosi non poco la vita verso il Qatar. La Svizzera di Yakin, che invece con la nota puntualità ha preso subito per mano la partita, è tornata a casa con un pareggio pesante, restando così appaiata agli azzurri in vetta al gironcino. Lunedì contro la Bulgaria a Lucerna cercherà di rosicchiare quei due gol di differenza reti che in questo momento la costringono agli spareggi di marzo.
Ombra che adesso si allunga anche sull’Italia, attesa lo stesso giorno a Belfast dove non ha mai vinto in tre precedenti, compreso quello del 1958 che costò alla Nazionale il mondiale.
IN SALITA. Per dire, il grande dibattito sul centravanti che aveva vivacizzato i giorni di Coverciano è stato risolto dalla… Svizzera perché il giovane Okafor da Salisburgo si è dimostrato, pur in pratica debuttante, un signor attaccante, capace di far reparto e soprattutto di far male, svariando a sinistra prima e a destra poi. Sua la grande percussione che ha bruciato Acerbi e suo l’assist per lo “scaldabagno” di Widmer che, arrivando da dietro, ha sfondato Donnarumma.
Il vantaggio elvetico (12’) ha ulteriormente destabilizzato i campioni d’Europa. Con Jorginho nella morsa di Shaqiri e Zakaria, con Locatelli e Barella fuori quadro, senza la spinta da dietro né spunti davanti, con Belotti obbligato solo a lottare senza palla, gli azzurri sono rimasti a lungo in balia di una Svizzera cattiva, motivata, più squadra insomma, per nulla indebolita dalle assenze di Embolo, Xhaka e Seferovic, ma rivitalizzata da Freuler e Zakaria, assenti a Basilea a settembre. Troppo brutta per essere vera, l’Italia, che però ha dato segno di sé a metà primo tempo.