“Per De Zerbi è come se fosse un nuovo acquisto dato che, per cause di forza maggiore, finora non lo ha mai avuto a disposizione. Robin Quaison è uscito dall’infermeria e giovedì è tornato ad allenarsi in gruppo. L’infortunio rimediato lo scorso 28 agosto a San Siro durante la gara contro l’Inter è ormai alle spalle: lo svedese ha smaltito la lesione di secondo grado al bicipite femorale della gamba destra e, salvo novità, sarà convocato per il match casalingo contro il Torino del 17 ottobre. Il suo ritorno regala un sorriso al Palermo. Quaison non è solo una freccia in più nella faretra di De Zerbi ma, proprio per la sua specificità, può diventare un valore aggiunto della squadra. Un elemento prezioso soprattutto per la sua adattabilità a più sistemi di gioco e funzionale alle esigenze del tecnico. soluzioni. Nel mazzo da cui De Zerbi pescherà le carte adesso c’è anche il jolly. Nel 3-4-2-1, Quaison sarà uno dei due trequartisti a supporto della punta ma potrà agire anche come esterno offensivo (sia a destra che a sinistra) nel caso in cui l’ex allenatore del Foggia decidesse di tornare al 4-3-3 con cui ha inaugurato la sua esperienza rosanero. E se a sorpresa venisse rispolverata la formula con il finto centravanti? Anche in questo caso il numero 21 rosanero farebbe comodo perché, all’occorrenza, l’ex AIK Solna può indossare i panni del “falso nueve” come avvenuto nella gara interna con il Sassuolo alla prima giornata di campionato oppure all’alba della passata stagione in occasione della sfida casalinga contro il Genoa. Si scrive Quaison ma si legge “elemento multitasking”. Un giocatore gradito a qualsiasi allenatore proprio perché, grazie alla sua duttilità (significativo il caso della gara contro la Fiorentina datata 24 maggio 2015 durante la quale cambiò ruolo tre volte), in campo riesce a risolvere una serie di problemi coprendo magari qualche buco presente in organico.
INCOGNITE. Facendo leva anche sulla giovane età (domani Quaison compirà 23 anni), De Zerbi confida molto nel contributo di Robin ma, nonostante i buoni propositi, il tecnico in questo momento non può avere delle certezze. Lo svedese è in grado potenzialmente di fare grandi cose ma, finora, non ha creato i presupposti per il salto di qualità. La duttilità, ovvero il suo marchio di fabbrica, paradossalmente è anche il suo limite e lo dimostra il fatto che, senza una collocazione tattica definita, il jolly rosanero è andato spesso in confusione. Il suo difetto è la mancanza di continuità: la prova convincente fornita contro l’Inter prima di entrare ai box rientra nelle sue corde ma non è lo standard. A De Zerbi il compito di trovare la chiave giusta ma dovrà essere anche il giocatore ad aiutare se stesso. Entrare nel firmamento dove brillano le stelle o rimanere un incompiuto? Spetta a Quaison orientare il proprio destino e acquisire una precisa identità“. Questo quanto si legge nell’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport”.