Corriere dello Sport: “Qatar 2022 Mondiale a km zero, tutto in un’unica città…”
“Qatar 2022 sarà più simile a un’Olimpiade che al “classico” Mondiale di calcio. Zero voli interni per cambiare città a seconda della partita da giocare, un solo hotel da visionare come sede del ritiro e impianti distanti una manciata di chilometri dal centro di Doha: per le varie nazionali una vera manna. Se non ci saranno sgradevoli sorprese nel girone di qualificazione, Conte o il ct che la Figc sceglierà per l’eventuale sostituzione dell’ex allenatore della Juve atterrerà in Qatar e gli unici spostamenti che dovrà pianificare saranno quelli per raggiungere il campo di allenamento e lo stadio di turno. MONDIALE A KM ZERO. Qatar 2022 rivoluzionerà il modo di vedere la Coppa del Mondo perché un’unica città, Doha, ospiterà tutti gli impianti e le gare. Non era mai successo nella storia. E siccome gli incontri saranno ad orari sfalsati e il calendario sarà studiato in modo da non creare ingorghi nelle varie zone della città evitando la sovrapposizione di due match, un tifoso potrebbe assistere dal vivo nella stessa giornata anche a due o tre sfide. Incredibile anche solo da pensare se si considerano le grandi distanze del 2014 in Brasile o del 2018 in Russia. AIUTO ITALIANO. La Fifa nel suo recente sopralluogo ha lodato lo stato di avanzamento delle opere. Resta da stabilire in quanti impianti si giocherà (da 8 a 12), ma i lavori procedono e il Supreme Committee for Delivery & Legacy supervisiona tutto con uomini nei vari cantieri e con telecamere che “osservano” da distanza. Lo abbiamo constatato ieri mattina, nella sala di controllo del Comitato situata al quarantesimo piano di una delle torri più moderne. A verificare che tutto funzioni correttamente anche un italiano, Roberto Grassi, un passato costellato di esperienze al Cio, alla Uefa e al Comitato Olimpico di Torino 2006. Italiana è anche l’azienda che ha vinto la gara per costruire l’Al Bayt Stadium: si tratta della Salini Impregilo. LA MAPPA. Gli impianti saranno ultra moderni e dotati di efficienti sistemi di aria condizionata anche se si giocherà tra novembre e dicembre, con temperature che non dovrebbero superare i 25/28 gradi. La capienza minima sarà di 40.000 posti, ma al termine della manifestazione il secondo anello o uno spicchio di quasi tutti gli stadi sarà smontato per consegnare alla comunità strutture non sovradimensionate e che si integrino nel territorio grazie anche a una serie di servizi accessori. Sei impianti sono già in fase di costruzione: l’Al Wakrah, 15 km a sud di Doha, avrà 40.000 posti, sarà usato dall’omonima squadra e comprenderà una moschea; l’Al Bayt Stadium ad Al Khor City, 35 chilometri a nord di Doha (60.000 posti), sarà il più… distante; il Khalifa International Stadium, costruito nel 1967, verrà rifatto e sarà il primo ad essere pronto (nel 2016); il Qatar Foundation Stadium, 40.000 posti, prevede anche la presenza di un’università e sarà agibile nel 2019; l’Al Rayyan Stadium sarà sfruttato anche dalle squadre di basket e di volley della polisportiva Al Rayyan; il Lusail Stadium, con una capienza di 80.000 persone, è stato scelto per la cerimonia d’apertura e per la finale. Il suo design sarà svelato nel 2016 insieme al settimo e dell’ottavo stadio che saranno a Ras Abu Aboud e ad Al Thumama. SICUREZZA OK. Gli organizzatori hanno spiegato che è allo studio anche la costruzione di vari campi di allenamento e di un’unica grande fan zone. Smentite sia l’esistenza di problemi di sicurezza per i lavoratori sia la morte di diversi operai, notizia circolata nelle scorse settimane. Nasser Al Khater, uomo di spicco del Supreme Committee, ha promesso: «E’ una grande sfida, ma stiamo lavorando duramente e ci faremo trovare pronti». Gli stadi devono essere completati per il 2020. A Doha nessuno ha dubbi che lo saranno”.