L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sullo screzio tra Messi e Weghorst al termine di Olanda-Argentina.
Se anche Leo Messi si è lasciato risucchiare dalla tentazione di irridere gli avversari, in un momento di gioia travolgente, dev’essere successo qualcosa di eccezionale. La Fifa ha aperto un procedimento su Olanda-Argentina, la partita più turbolenta del Mondiale. Non sono bastati 15 cartellini gialli e l’espulsione dell’interista Dumfries, pure infortunato a un polpaccio, dopo i calci di rigore. Possono scattare altre sanzioni ex post, che la commissione disciplinare valuterà dopo aver esaminato i filmati.
Messi, che da 16 anni incassa calci e delusioni ai Mondiali, stavolta ha risposto alle provocazioni mostrando le orecchie alla panchina olandese. Era stato stuzzicato da Louis Van Gaal, che ne aveva sottolineato le sofferenze in fase difensiva («Quando avremo la palla noi, loro avranno un uomo in meno e dobbiamo approfittarne»), e non è riuscito a contenere il livore. Rincarando poi la dose nelle interviste, nelle quali ha rimproverato la Fifa per aver scelto un arbitro inadeguato, lo spagnolo Lahoz: «Van Gaal ha parlato troppo senza rispettarci. Sostiene di giocare un buon calcio, invece l’Olanda alzava solo la palla con i lanci lunghi. Non ci ha rispettati». Non solo. In diretta televisiva, ha interrotto le domande urlando all’altro protagonista della partita Weghorst che lo osservava «Cosa guardi, idiota? Vai, vai!». L’attaccante olandese, che aveva segnato una doppietta, poi ha raccontato la sua delusione: «Dopo i rigori ero andato a stringere la mano a Messi ma lui ha rifiutato di darmela urlandomi frasi poco amichevoli. Ci sono rimasto male».
La situazione era già precipitata in campo. Messi e Van Gaal si sono trovati faccia a faccia per un chiarimento abbastanza deciso, con il duro Edgar Davids (oggi collaboratore tecnico) nel ruolo insolito di paciere. Intanto, dopo il rigore decisivo di Lautaro, molti argentini si erano rivolti agli olandesi per sbeffeggiarli. «Ci avevano provocati, volevano innervosirci prima che tirassimo» ha raccontato Nicolas Otamendi, difensore del Benfica che non si è mai tirato indietro in vita sua dai momenti caldi. Romero e Paredes sembravano pure abbastanza carichi mentre Paulo Dybala, zero minuti al Mondiale, mostrava a Dumfries con la mano la strada per tornare a casa. Secondo quanto raccontano gli argentini sarebbe stato proprio Weghorst a distrarre gli avversari che si avvicinavano al dischetto. Questo spiegherebbe l’atteggiamento ostile di Messi nei suoi confronti.
L’arbitro Lahoz attraverso Twitter ha preteso a sua volta «un po’ di rispetto» dopo le critiche di Messi ma certamente non è stato impeccabile nella gestione delle squadre. Non ha avuto per esempio il coraggio di espellere il ct Scaloni che gli si era accostato con atteggiamento minaccioso per protestare. E nei due momenti di maggiore tensione, soprattutto quando Paredes ha scagliato un pallone verso la panchina olandese provocando un accenno di rissa, ha solo sventolato cartellini gialli. Magari Van Dijk, che era andato a colpire proprio Paredes, meritava una punizione più severa. Ma a questo punto sono gli argentini a tremare in vista della semifinale con la Croazia. La Fifa indaga sulla violazione degli articoli 12 («Cattiva condotta di giocatori e funzionari») e 16 («Ordine e sicurezza nelle partite») del codice disciplinare. C’è il rischio di qualche squalifica che si aggiungerebbe ai già fermati Acuña e Montiel, ammoniti da diffidati. L’Argentina spera di cavarsela con una multa per non compromettere la rincorsa al Sogno.