Corriere dello Sport, prossimo avversario: “Napoli, un tour de force senza respiro: si parte col Palermo dell’ex De Zerbi”

C’è sempre la luce in fondo al tunnel. E così è anche stavolta. Un cunicolo più che il calendario. Sempre di notte. Poi il sole. Il due ottobre, a Bergamo: ore 15, Atalanta-Napoli. L’ultima di un ciclo di sette partite. Tutte serali, sì. Ma mai al buio. Luci e paillettes dappertutto. Gli anticipi al sabato, il turno infrasettimanale e la Champions che inizia e tutto fa brillare. E accende e acceca. Napoli sotto i riflettori, come inseguito sulla scena da un occhio di bue. E’ il teatro dei sogni. Si gioca ovunque e per tutto. Tre settimane rotolando come un pallone, rimbalzando qua e là tra campionato e Coppa. PALERMO E CHAMPIONS. Tre gare in casa, quattro quelle fuori; e da lì si comincia, in trasferta, e contro una squadra che di fatto non si conosce. Come fu anche la passata stagione. E’ un nuovo Palermo. Cambio di panchina e ovvie incognite, misteri sulle scelte e solita carica emotiva di quando arriva un nuovo allenatore. Fu così qualche mese fa con l’arrivo di Novellino. Ora ecco De Zerbi: intraprendente e innovatore, espressione a Foggia di un calcio sempre propositivo. S’è fatto la fama di predestinato. E in questo modo si annuncia. Pronti, insomma. Non sarà facile. Troppe insidie. Altre insidie. Le nazionali disperdono risorse fisiche e mentali. Scaricano e distraggono. E il Napoli ne ha 13 per il mondo. E’ un tour de force. Il Palermo sabato, h 20.45. Poi volo a Kiev. Immediatamente dopo, già di martedì e sempre di notte. Ma questa, “di Coppa e di campioni”. Con tutte le suggestioni tipiche. Non è più la Dinàmo (sì, pronunciata con l’accento sulla “a”) di una volta, certa. Il serbatoio dell’ex URSS. Quella col colonello Lobanovskyi capo di tutto e dei gol di Blokhin, Belanov e Shevchenko. Un’armata. Qualcosa è evidentemente cambiato. C’è Rebrov in panchina. Che proprio di Sheva era compagno d’attacco. E di militare ormai c’è solo il Generale Inverno da novembre in avanti, col freddo che gela gli avversari. Però buona squadra. Hanno corsa, struttura fisica e qualche talento. L’Olimpico, poi, da 70mila posti, quando si riempie mette pressione: lì si fermò il Napoli di Benitez col Dnipro; si giocò a Kiev e finì con un’invasione di campo. E comunque, è la Champions. E il livello è alto, il top. E porta via energie, lascia scorie e fatica da gestire in tempi brevi. Servirà freschezza fisica e mentale, e un organico ampio. Si gioca di continuo ed è una faticaccia. Palermo il 10, Kiev il 13. POI ANCORA CAMPIONATO. Arriva il Bologna al San Paolo, trasferta col Genoa e ancora a Fuorigrotta contro il Chievo: una dietro l’altro, in fila e affilate, tutt’e tre finte piccole; solide, organizzate, con buona gamba e buoni piedi. Pericolose, assai. E Sarri lo sa. Ciclo nel ciclo, insomma. Col rischio di smarrirsi (ri)aspettando già la Champions, il Benfica, rivale dalla storia passata struggente e nostalgica. Come le note del fado, sì. Ma quella notte, la notte del San Paolo la musica, dev’essere un’altra. Anzi, la musichetta. “The Champiooons” è l’urlo da far l’eco fino a che non farà giorno. A Bergamo, domenica 2 ottobre. Lì, Napoli faccia a faccia con l’Atalanta. La Dea. E si sa, alla luce del sole, è più facile resisterle. Novanta minuti incrociando gli sguardi. E le forze. Le ultime rimaste dopo sette partite in tre settimane. Sì che si comincia a fare sul serio“. Questo quanto riporta l’edizione odierna del “Corriere dello Sport”.