Corriere dello Sport, prossimo avversario: “Maxi Juve, ricomanda lei. Il Cagliari è K.o.”
“Passata la bufera di San Siro, la Juventus riprende la sua marcia poderosa: quattro gol al Cagliari e vetta riconquistata in solitudine, Napoli scavalcato e certezze ritrovate. La partita, per metà, non ha storia: sardi impietriti, dieci tiri in porta bianconeri e tre gol, i primi di Rugani e Dani Alves con la Juve inframmezzati dall’immancabile gemma di Higuain. Nel secondo tempo, ritmi bassi, gestione e palleggio, l’autorete di Ceppitelli a chiudere il conto. E al Cagliari poteva anche andare peggio senza Storari in stato di grazia. PLAYMAKER. Allegri conferma il 3-5-2, ma cambiano gli interpreti, specie a centrocampo. Pjanic abbandona la posizione centrale a beneficio di Hernanes, che agisce da playmaker: da mezz’ala, il bosniaco ritrova libertà di movimento e facilità di costruzione, supportato da Lemina che completa la linea e si sbatte (non solo) in interdizione. In difesa debutta Rugani, mentre Bonucci rifiata in panchina, in attacco riappare la coppia Higuain-Dybala. I due argentini ricamano in fretta un triangolo che ne riassume l’intesa, ma il tocco morbido tentato in area dal Pipita non sorprende Storari, applauditissimo e ispirato: non è il primo intervento apprezzabile, ha già deviato in angolo una punizione maligna di Pjanic. Al di là del dialogo, del cercarsi con frequenza, i due attaccanti cercano autonomamente fortuna: Dybala semina avversari e brividi con un’incursione verticale, Higuain svetta su cross di Dani Alves ma colpisce debolmente e agevola Storari. SUPERIORITA’. Schegge di cronaca liofilizzate in un quarto d’ora che raccontano una gara a senso unico: il Cagliari, fedele al 4-3-1-2, con Joao Pedro alle spalle del tandem Borriello-Sau, ha una fiammata all’inizio e poi si consegna, troppo impaurito per reggere l’urto e troppo timido per azzardare una reazione: ondeggia in particolare il centrocampo, senza nemmeno i ripieghi abituali delle punte, così una Juve non sempre perfetta nella manovra ma volitiva, decisa, martellante, fa valere una superiorità tecnica nitida – evidentissima sulle fasce – che ratifica con il primo gol di Rugani: l’azione nasce da Pjanic che regala un pallone d’oro a Higuain, il tiro è impeccabile ma la parata superba, solo che il difensore piomba per primo sul pallone e non lascia scampo. ANGOLO. Non c’è scossa, nel Cagliari: l’unico brivido è un contrasto duro di Lemina su Murru davanti a Buffon. Sarebbe rigore, ma il terzino è in fuorigioco e così la Juve sospira di sollievo, più di tutti Rugani che, puntato da Borriello, s’era fatto sfilare il pallone sotto le gambe. Ben più insidiosi i bianconeri, che pure non esagerano, dominano senza troppo sforzarsi. Quando s’accende Higain, al 34′, sulle speranze rossoblù scende la notte: prima scheggia il palo dal limite, poi raddoppia irrompendo su una respinta di Storari, minacciato da Pjanic. Il portierone vola ancora sul bosniaco, poi però deve arrendersi, tradito da una leggera deviazione, a Dani Alves: botta di prima intenzione su angolo ancora di Pjanic, tra i più attivi con Lemina e Alex Sandro. COPIONE. Ripresa scontata, ormai è tutto scritto. Non c’è più Buffon, che accusa un fastidio muscolare, Rastelli sfila gli evanesecenti Joao Pedro e Borriello e ritaglia spiccioli di gloria per Giannetti e Tachtsidis. Possono far poco, benché la Juve inevitabilmente abbassi il ritmo, né è utile lo spostamento di Di Gennaro a sinistra con Barella sulla trequarti. Quando entra Sau, cambia il tridente d’attacco, non il copione del match, adesso imperniato sulla gestione e sul palleggio bianconeri. Entra Pjaca per Dybala, ancora all’asciutto, poi Mandzukic per Higuain, in calo dopo un primo tempo super. C’è tempo per il poker, costruito da Lemina e firmato, con una sfortunata autorete, da Ceppitelli”. Questo quanto si legge sull’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport”.