Corriere dello Sport, prossimo avversario: “Donadoni sta studiando un altro Bologna”
“A molti allenatori quando si discute di tattica, e inevitabilmente si scivola sui numeri, viene l’orticaria. Tirati per la giacca, rispondono in modo classico: il modulo non c’entra, è questione di atteggiamento. Vero, ma è pur vero che il modulo può essere il piedistallo dell’atteggiamento. Il Bologna ha giocato 11/12 partite con il 4-3-3 classico, anche se in un paio di occasioni il centravanti vero non c’era e Donadoni ha rimediato schierando Verdi da «falso nueve». Il 4-3-3 è stato anche il modulo con cui Donadoni ha timbrato la scorsa stagione, fin dal giorno del debutto (3-0 all’Atalanta, il 1° novembre 2015) e non c’è da stupirsi: nelle occasioni in cui – per scelta o per necessità – il tecnico ha optato per un modulo diverso i risultati non l’hanno ripagato. 3-5-2 con Torino e Chievo (due sconfitte), 4-5-1 con la Roma (pareggio) e 4-2-3-1 nel finale di campionato (pari con Empoli, sconfitta col Milan e pari col Chievo all’ultima). Totale: quando il Bologna si scosta dal 4-3-3, mai una vittoria. Non sarà certamente questo a frenare Donadoni, che con il suo staff studia settimanalmente possibili variazioni per rendere migliore il gioco della squadra. Domenica sera all’Olimpico, per esempio, il Bologna è sceso in campo con un 4-1-41 con Viviani regista davanti alla difesa e Dzemaili a infoltire il centrocampo al posto di un esterno. Non ha funzionato, ma è un primo tentativo. Altri seguiranno. Quali? Un 4-2-3-1, per esempio. Il problema vero è che per almeno tre mesi Donadoni dovrà fare a meno di Verdi, che si era adattato esterno con molta disponibilità e aveva garantito al Bologna più bello della stagione, quello di settembre, sia la qualità di cui dispone che la quantità: Simone infatti è un diesel, capace di partire e finire la partita allo stesso ritmo. Verdi in questi due mesi è stato per Donadoni quello che Giaccherini è stato l’anno scorso: il giocatore capace di unire le due fasi di gioco, il pendolo tra centrocampo e attacco, l’elemento che con i suoi movimenti ad accentrarsi (il gol di Destro all’Inter è nato così) manda in tilt le difese avversarie e – non ultimo – l’uomogol. Giaccherini segnò sette reti (sbloccando l’equilibrio in sei occasioni), Verdi prima di infortunarsi era già arrivato a quota quattro. Senza Verdi, il Bologna perde l’uomo che gli dà equilibrio. E quindi, al di là dei moduli, anche le certezze del 4-3-3 si incrinano. Per questo Donadoni studia e tiene a mollo soluzioni alternative”. Questo quanto si legge su “Il Corriere dello Sport”.