“In attesa di capire, fra qualche mese come ha detto De Boer, se l’Inter è da scudetto o solo da Champions, il debuttante allenatore olandese deve capire prima possibile come farla diventare una squadra. Ieri ha preso a Verona la sua prima lezione di calcio italiano. Gliel’ha data Maran, allenatore del Chievo che ha battuto l’Inter giocando a calcio e pure molto bene. E anche l’acclamato Banega ha assistito a una fantastica interpretazione del ruolo di trequartista, posizione in cui lo aveva schierato l’ex tecnico dell’Ajax. In questo caso, il docente è stato lo sloveno Birsa, autore di una doppietta fantastica e protagonista di una partita bellissima. SENZA GIOCO. Due a zero per il Chievo. Se non fosse perché era la prima di De Boer, dopo appena 10 giorni di allenamento, potremmo parlare di umiliazione, almeno sul piano del gioco. Lentezza estenuante, condizione atletica scadente, manovra approssimativa, idee inesistenti, questa era l’Inter che De Boer aveva deciso di rivoluzionare con una decisione quanto meno intempestiva. Abituata dall’inizio della preparazione a giocare a quattro in difesa con Mancini, il tecnico olandese l’aveva schierata nello stesso modo anche nella sua unica amichevole contro il Celtic. Ieri, d’improvviso, difesa a 3, con Ranocchia centrale, D’Ambrosio e Miranda in marcatura e con Medel più arretrato degli altri tre centrocampisti, poi Banega trequartista dietro a Eder e Icardi. Il ribaltone portava a quanto segue: Ranocchia lanciava (e già non ci siamo), Medel dava il via alla manovra (e ci siamo ancora di meno) e Banega restava inutile e inutilizzato in una zona di campo dove l’Inter non transitava mai. Conclusione: in 90′ Icardi non ha ricevuto lo straccio di un pallone. Ora, caro De Boer, sei appena arrivato in Italia, perché devi stupire a tutti i costi? Per ora lascia l’Inter nel suo solco e fra un po’ la ritocchi come meglio credi. E’ sembrata una scelta presuntuosa. IL PEGGIOR AVVERSARIO. De Boer farà tesoro di quanto è successo a Verona, avrà capito che nel suo nuovo campionato la tattica incide e non poco. Ieri sera ha avuto la sventura di imbattersi in un maestro della materia come Maran e soprattutto nella squadra opposta all’Inter: il Chievo era lo stesso dell’anno scorso (Sorrentino a parte) e quando si muoveva in mezzo al campo, uscendo rapido dal pressing, aveva una chiarezza di idee che deve diventare l’obiettivo (per ora assai distante) dei nerazzurri e del loro allenatore. Non solo, i veronesi erano favoriti anche dall’atteggiamento dell’Inter che, incurante dei suoi gravi problemi, ha lasciato campo agli avversari, notoriamente abili contropiedisti. RANOCCHIA GRAZIATO. L’Inter è arrivata al tiro su azione (passaggio di Banega per Eder, deviazione di Sorrentino) solo una volta nel primo tempo ed ha avuto una doppia palla-gol sugli sviluppi di un angolo: il primo tiro di D’Ambrosio è stato respinto da Gobbi, il secondo di Ranocchia da una prodezza del nuovo portiere veronese. Ma lo stesso Ranocchia, dopo appena 4′, era stato graziato da Irrati che non si era nemmeno accorto (non ha fischiato niente) del fallaccio al limite dell’area del centrale su Meggiorini: era da rosso. L’unica opzione dell’Inter era il possesso palla, ma a 20-30 metri dalla sua area, un palleggio lento e scontato che ha portato il suo possesso all’81 per cento dopo 20′. Al Chievo, ovviamente, andava bene così. Le posizioni in campo: tutte giuste nel Chievo, quasi tutte sbagliate nell’Inter. La squadra di Maran è stata fin troppo paziente, forse avrebbe potuto osare di più già nel primo tempo, in mezzo all’incertezza e allo scollamento dell’Inter. Bellissima l’azione Birsa-CastroMeggiorini, con conclusione vicina al palo. Era un’ottima occasione e soprattutto un avvertimento che i nerazzurri non hanno colto. IL CONTROPIEDE. De Boer non ha pensato a correggere la squadra e ha lasciato ancora al Chievo le sue armi migliori: il contropiede lungo e la ripartenza. E su contropiede, la squadra di Maran ha piazzato il colpo decisivo. L’azione è partita dall’area veronese, l’Inter era messa male, come per tutta la gara, non è stata reattiva nemmeno sulla prima respinta, poi un lampo, Radovanovic, Cacciatore, Birsa smarcato in area piccola: con una sola finta ha messo D’Ambrosio e Ranocchia col sedere per terra. Uno a zero. Il raddoppio è arrivato con un tiro da fuori area che Handanovic ha accompagnato in rete solo con lo sguardo.”. Questo quanto si legge sull’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport”.