“Oltre 100 milioni di euro investiti in un’unica estate. Ma è stata la giornata di ieri a dare un’idea definitiva di quello che può essere il “volume di fuoco” di Suning. Tra Joao Mario e Gabigol, contando anche i bonus, si tocca quota 70 milioni. E il fatto che entrambi siano sbarcati a Milano a Milano di fatto in contemporanea con Jindong Zhang è stato tutt’altro che un caso. Evidentemente, c’era la volontà di presentarsi con un regalo, in realtà doppio, ovviamente in attesa di definire anche gli ultimi dettagli di entrambe le operazioni. Il bilancio del mercato delle grandi ora è davvero senza storia. E’ vero che, complessivamente, la Juventus ha speso di più, ma grazie a Pogba ha anche incassato parecchio e con l’imminente passaggio di Zaza al West Ham sarà quasi in pareggio. Ha investito tanto anche la Roma, ma a fronte di cessioni importanti, a cominciare da Pjanic. Mentre il Napoli, che ha ancora una serie di colpi in canna, al momento è abbondantemente in positivo. ENTRO GIUGNO 2017. Ad ogni modo, è come se Suning abbia deciso di rompere gli indugi. Negli ultimi giorni, infatti, sembrava quasi impossibile incastrare l’affare Joao Mario tra i paletti del Fair-Play Finanziario, invece si è comunque arrivati ad un accordo con lo Sporting senza aspettare di cedere Brozovic. Il croato resta sul mercato e continuano a circolare voci su imminenti offerte, ma di ufficiale, in corso Vittorio Emanuele, non è arrivato nulla. Insomma, può ancora succedere di tutto, ma non è da escludere che il croato rimanga in nerazzurro. Nel caso, gli verrà rinnovato il contratto. Ad ogni modo, resta obbligatorio aumentare il fatturato. All’orizzonte, ci sarebbero già nuove e sostanziose sponsorizzazioni, oltre all’opportunità di penetrare pesantemente sul mercato cinese sfruttando i canali di Suning. Tuttavia, occorrerà rientrare dalle spese con una serie di cessioni durante le finestra di gennaio, oppure entro il 30 giugno 2017. E’ il dato di chiusura di esercizio, infatti, che determina se un club abbia rispettato o meno tutti i vincoli. In corso d’opera, l’Uefa può lanciare degli “alert” per segnalare una condotta a rischio, magari può dare un parere negativo, ma è prevista alcuna approvazione di Nyon alle varie operazioni. QUANTI LIMITI. Nulla, comunque, è cambiato rispetto al “Settlement Agreement” firmato nel maggio 2015. L’Inter sapeva allora e sa adesso che, alla fine dell’attuale esercizio, dovrà raggiungere il pareggio in bilancio. E che, in aggiunta, dovrà attenersi ad una serie di restrizioni. Che vanno da un limite per il costo del personale (60% del fatturato) ad un altro per ammortamenti e svalutazione dei giocatori. In più la lista Uefa, per questa stagione, è ridotta a 22 elementi e, come si può leggere a parte, è limitato anche l’inserimento di nuovi calciatori rispetto alla precedente lista consegnata in occasione del “Settlement Agreement”. Qualora l’Inter uscisse da tali paletti, rischia innanzitutto una sanzione di 7 milioni di euro (la metà dei 14 condizionali). Il rischio maggiore, però, è l’esclusione dalle Coppe.”. Questo quanto si legge sull’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport”.