Corriere dello Sport: “Promessa di non procedere con i ricorsi. La Juve patteggia”

L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sul patteggiamento della Juve per la manovra stipendi.

La Juve patteggia. E stavolta non sono soltanto voci di palazzo, come quelle delle scorse settimane che attribuivano la mancata intesa tra la procura Figc e i legali bianconeri all’intervento della procura generale del Coni nella persona di Ugo Taucer, “l’uomo solo sul banco” che il 19 aprile indicò al Collegio di Garanzia la via da seguire sul caso plusvalenze (annullamento con rinvio per rimotivare il -15, poi diventato non a caso -10), interpretando in modo inedito il ruolo dell’accusa. L’accordo si è concretizzato nelle ultime ore, con un’accelerata improvvisa nella serata di ieri, e prevede la chiusura del fascicolo Juve con una maxi-multa nei confronti della società e con l’accettazione delle condanne già irrogate per chiudere una volta per tutte – e senza ulteriori penalizzazioni in classifica – la partita giudiziaria.

Scorrerebbero così i titoli di coda sul secondo filone dell’inchiesta sportiva, e cioè sull’eventuale stangata per le manovre stipendi 2019-20 e 2020-21, per le partnership con altri club e per i rapporti con gli agenti: i nuovi elementi sui quali si sarebbe concentrato il dibattito al tribunale federale il 15 giugno. Pago tanto (come il cartellino di un calciatore di medio-alto livello) e chiudo, per ripartire da zero. Fumata bianca, in attesa del “timbro” giuridico. Tutte le carte sono già arrivate al tribunale presieduto da Carlo Sica, che stamattina alle 10.30 si riunirà d’urgenza (su richiesta di parte bianconera) per prendere una decisione.

Il vantaggio potrebbe essere reciproco: la Juventus ripartirebbe nel 2023-24 senza la spada di Damocle di una nuova sanzione, la giustizia sportiva uscirebbe in qualche modo “indenne” dalla vicenda più spinosa degli ultimi anni, e comunque dopo aver inflitto una penalizzazione talmente afflittiva da tenere Madama fuori dai primi 4 posti, obiettivo che Allegri avrebbe raggiunto senza la stangata. Una nuova penalizzazione avrebbe potuto anche “incidere” sull’attuale campionato cancellando – a giochi conclusi e senza possibilità di rimonta – l’accesso alla Conference o all’Europa League. Ma ai bianconeri, in qualsiasi caso, è convenuto qualificarsi a una delle coppe rimaste: se in estate dovesse scattare la squalifica Uefa, sarebbe meglio scontarla subito sacrificando la partecipazione a un torneo “minore” piuttosto che rimandarla al futuro e vanificare un possibile accesso alla Champions dei prossimi anni.

STOP RICORSI. Nel patteggiamento la Juve ha inserito, come detto, la promessa scritta di non procedere con i ricorsi. E dunque, niente reclamo al Collegio di Garanzia tra giugno e luglio, nessun caos con due processi intersecati tra loro, e nessun rischio – che gli esperti di diritto ritenevano in qualsiasi caso remoto – che lo stesso Collegio annulli la pronuncia della CFA del 22 maggio o che la rispedisca alla Corte per la 7ª udienza sul caso plusvalenze nel giro di un anno e mezzo. Meno processi significa, per la federazione, più tranquillità. Valga un esempio: a fine luglio Gravina trovò l’accordo con De Laurentiis per una proroga sul divieto di multiproprietà (Napoli-Bari) da giugno 2024 al 2028-29; in cambio ADL si impegnò a non alimentare i contenziosi all’insegna della «fattività e dello spirito di collaborazione». Questo e quello della Juve sono due casi parecchio diversi, eppure potrebbero entrambi chiudersi con la parola fine sulle lungaggini giuridiche.