Corriere dello Sport: “Profeta a Palermo. Di Mariano freme”
L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sul Palermo e sulle parole di Di Mariano.
Palermo, la sua città, il numero 10, l’eredità (che non sente) di nipote di Schillaci. Ma fondamentalmente una sola, fortissima motivazione: «Fare parte della rinascita del club». E’ chiaro e diretto Francesco Di Mariano nel presentarsi: «La responsabilità non la si deve sentire per un nome o un numero ma per il simbolo che portiamo davanti: chiunque indossi questa maglia sa che rappresenta la storia del Palermo». Parla con scioltezza e conoscenza della categoria, chiede pazienza per una squadra che avrà bisogno di tempo per adattarsi a nuovi automatismi. «Non è una frase fatta, dobbiamo creare identità e coesione. Siamo solo all’inizio, è un Palermo che sta crescendo, ma in cui sono arrivati 14 nuovi giocatori. L’unica cosa da fare è restare positivi e lavorare sugli errori. Obiettivi? E’ il mio settimo anno in B, conosco le insidie. Intanto raggiungiamo prima possibile 35-40 punti, quest’anno la categoria è più difficile che mai. Poi da lì, vedremo».
Finalmente rosa. Da bambino non ha mai indossato il rosanero, ci ha pensato Corini, suo allenatore a Novara, a coprire questo vuoto: «Sono cresciuto nella scuola calcio Ribolla, col Palermo ho fatto un mese e mezzo di prova assieme ad altri 40 ragazzini quando avevo 13 anni; c’erano Massara e Sabatini. Io avevo voglia di giocare, il Lecce chiuse subito la trattativa». Ora è successo il contrario: «L’addio al Lecce dopo aver conquistato la promozione è stato un po’ inaspettato: ne prendo atto, fa parte del nostro lavoro. E del resto essere a Palermo non è da meno, soprattutto con la prospettiva di creare le basi di una squadra importante. La trattativa è decollata quando è arrivato Corini: ho sentito un entusiasmo particolare; questo gruppo già l’anno scorso ha fatto qualcosa di grandioso. Il mister a Novara ebbe coraggio nel buttarmi in campo, a lui devo dire grazie ma oggi sono maturato. Negli ultimi 2 anni con la A raggiunta a Venezia e a Lecce, ho preso maggiore consapevolezza delle mie qualità. Il numero 10 portato da grandi come Zauli e Miccoli? Campioni straordinari, un’altra era del Palermo, ma non sono qui per raccogliere l’eredità di nessuno, solo per onorare questa maglia. Si sta formando una base forte, io voglio arrivate al tetto con questi colori».