L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sul calcio femminile entrano nel professionismo.
Il calcio femminile è l’argomento del giorno ogni giorno da quando il professionismo per la serie A è diventato una realtà (sarà operativo dalla prossima stagione). Hanno parlato in tanti, sono “volate” cifre mai viste, si è giustamente brindato e festeggiato. Passata la sbornia però, e sentiti alcuni interventi che riportiamo, forse è giusto fare due conti al campionato di serie A che vedrà moltiplicati i costi per via dei sacrosanti contributi a fronte di entrate risibili.
Insomma, la sensazione è che si sapesse che si stava per fare il passo più lungo della gamba, ed era ormai inevitabile, ma sarebbe stato necessario capire come sostenere quel lungo passo senza perdere l’equilibrio. Sulla sostenibilità si è girato attorno senza incontrarsi davvero per trovare la soluzione. Lasciando un po’ al caso e all’improvvisazione, forti dei 12 milioni dell’emendamento Nannicini (che comunque copre solo spese per infrastrutture e tamponi). Sarebbe un peccato trasformare un traguardo così importante – che nonostante interessi un numero limitato di atlete farà da apripista – in una mannaia se non una maledizione.