“«La gatta frettolosa fece i gattini ciechi». Visto che si parla di video, di occhio elettronico, sembra essere un proverbio calzante. Perché quello che è successo ieri durante la prima semifinale del Mondiale per club in Giappone, l’uso del VAR in una partita ufficiale della Fifa, che ha portato all’assegnazione di un calcio di rigore (arbitro Kassai), è sembrato dettato soprattutto dalla smania di poter dire «Eccoci, siamo i primi!», piuttosto che mettere un altro mattoncino stabile sulla strada che porta al futuro. E non potrebbe essere altrimenti, visto che la stessa Fifa, che ha avuto il merito di aprire la strada a una novità non più rinviabile ma che ora sta correndo senza freni, ha sentito la necessità di spiegare che in campo gli ufficiali di gara hanno correttamente applicato la regola del «wait ad see» (aspetta e vedi) sul fuorigioco. Che qualcosa non abbia girato alla perfezione lo si capisce anche dalle parole di Busacca, capo degli arbitri mondiali ed ex grande arbitro, che non è mai entrato nel merito della decisione, parlando sempre per linee generali: «E’ una novità per tutti». TEMPI. Di sicuro non hanno funzionato i tempi d’applicazione del VAR. Dal momento del fallo (27’50” del primo tempo) al fischio del rigore (30’05”) passa moltissimo tempo. Vero, siamo all’inizio, serve tempo, ma oltre due minuti e mezzo, addirittura quasi uno prima di essere chiamato dall’olandese Danny Makkelie (è diventato il vero specialista della Fifa, era a Bari per il primo test ufficiale, in Italia-Francia, pure allora però ci fu qualcosa non proprio lineare, ma non mancarono i soliti commenti trionfalistici del post evento) che era davanti al video. Non solo, ma se il fallo che ha portato al rigore è netto (e ci chiediamo come non sia stato visto né da Kassai né dal suo assistente numero due, Toth, e questo se volete è il primo errore grave), ci sono almeno due dubbi prima di arrivare al video a bordo campo: 1) Daigo Nashi, che subisce il fallo, parte da una posizione di off side; 2) dall’off side, va a fare blocco su Berrio, per poi compiere il movimento opposto, prima di essere falciato dall’avversario diretto. La Fifa ha superato l’impasse, forse per tirarsi fuori dall’impaccio: «L’off side non si è concretizzato perché il giocatore non ha potuto contendere il pallone». Ma è anche vero che, ottenendo il rigore, ha avuto un vantaggio partendo da un off side e spingendo l’avversario. Non c’è logica. Busacca non entra nel merito, se non per dire che «è stata la prima applicazione dal vivo del sistema VAR, è successo in una competizione Fifa ed è una novità per tutti. Specialmente il fatto di aver visto l’arbitro correre verso l’area replay a bordo campo, per consultare il video»”. Questo quanto si legge su “Il Corriere dello Sport”.