Corriere dello Sport: “Pressing su Mourinho. Il Portogallo ci prova: ieri subito un vertice”

L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sul Portogallo in pressing su Mourinho.

A Faro è arrivato il faro. Non sarà il gioco di parole più originale del mondo, ma rende bene l’idea di che cosa, in questo momento, José Mourinho rappresenti per il Portogallo. Se Cristiano Ronaldo, l’uomo che con Mou ha reso il Portogallo immortale nel mondo del calcio, vive un momento in cui la sua luce non è così brillante, quella di Mou è più splendente che mai. Si vede subito quando, in tuta e zainetto, fa il tragitto dall’aeroporto al pullman che aspetta la Roma per andare in ritiro ad Albufeira. C’è la luce, la pioggia dei giorni scorsi ha lasciato spazio a un tramonto di quelli da foto, da Instagram, che tanto diverte Mou.

Ma di tempo per divertirsi la Roma ne ha poco: serve rimettere in piedi la stagione, per quanto i risultati in campionato siano migliori di un anno fa, e tecnico e giocatori questo lo sanno. Mourinho è chiamato, ancora una volta, ad essere il salvatore della patria. Dove per patria si intende Trigoria ma anche il Portogallo. Perché José è chiamato a gran voce dal popolo a prendere in mano la nazionale e guidarla verso un futuro vincente, “Special”. Da Lisbona a Faro fino ad Albufeira: ad ogni spostamento in direzione Algarve alla domanda su Mourinho la risposta è sempre la stessa: «Eu gostaria!». Tradotto: «Magari!». I tifosi portoghesi sognano lo Special One sulla panchina della nazionale, convinti che possa essere l’uomo ideale per idee ma soprattutto grinta e carisma per risollevare una squadra uscita a pezzi dopo la sconfitta contro il Marocco ai quarti di finale.

L’INCONTRO. Già ieri sera c’è stato un incontro importante per tracciare una prima idea su quello che potrebbe essere il ruolo di Mourinho all’interno della nazionale portoghese, per capire se possano esserci i margini per un doppio incarico Portogallo-Roma. Lontano da occhi indiscreti, il procuratore del tecnico, Jorge Mendes, e il suo collaboratore Valdir Cardoso hanno incontrato il presidente federale Fernando Gomes: in un albergo con la massima privacy le parti hanno discusso del possibile ingaggio dello Special One, per il quale, comunque, la Roma resta una priorità assoluta.

L’ARRIVO A FARO. Scherzo del destino ha voluto che durante lo sbarco di Mourinho a Faro si diffonde sse la notizia delle dimissioni imminenti da parte di Fernando Santos dalla guida della Seleção das Quinas. Non sorprende allora che fuori dall’aeroporto, oltre ai giornalisti italiani, ce ne fossero tanti locali. Dalla Cnn portoghese a Sport.tv, da Sic ad Antena 1: tutti ad aspettare la Roma? No, tutti ad aspettare Mourinho. Per una volta i giocatori sono passati in secondo piano, poco ripresi dalle telecamere che hanno virato con forza sull’uscita dal terminal dello Special One. Alle 17.45 il momento: decine di cameramen hanno “assalito” il tecnico, i giornalisti lusitani ci hanno provato in tutti i modi: «Mourinho, gostaria de treinar a seleção nacional?», «Já teve contacto com a federação portuguesa?». Per farla breve, le domande sono state tutte sulla sua voglia di allenare il Portogallo e se ci sono stati contatti con la federcalcio portoghese. Da Mourinho nessuna risposta, solo qualche sorriso di quelli che intendono un “vorrei parlare, ma non posso”, perché lui davvero ci sta pensando. Ma anche un bel gesto a un giornalista che si era perso la spugnetta del microfono: José l’ha raccolta e gliel’ha riconsegnata, rischiando un tamponamento a catena di giornalisti e addetti alla sicurezza che lo stavano braccando durante il suo percorso verso il pullman. Tanta sicurezza anche davanti al resort . Pure qualche tifoso locale che era lì con le stesse intenzioni dei media ha provato a strappare qualche frase al tecnico. Silenzio assoluto, anche perché in quel momento era appena arrivata l’ufficialità della panchina vacante .