Corriere dello Sport: “Pomini «Palermo in A e passa la paura». «Superato il momento no. Ma battendo il Parma siamo secondi e tutto dipenderà solo da noi»”
Il portiere del Palermo Alberto Pomini, intervistato da il “Corriere dello Sport”, si è raccontato. Ha parlato del suo inizio di carriera, del rapporto con il compagno di reparto Posavec e di cosa gli vorrebbe far fare la moglie in caso di promozione del Palermo in A. Di seguito le sue dichiarazioni:
“Alberto Pomini, vero che, in caso di promozione, festeggerà lanciandosi col paracadute da un aereo? «Soffro di vertigini e mia moglie Elisa vuole questa follia iperadrenalinica, per farmi vincere la paura».
Segno zodiacale: pesci … «Con ascendente gemelli. Sono cento e più persone messe insieme, uno, nessuno e centomila … Geniale? Ci sta. Disordinato? Nooo, maniaco dell’ordine. Pignolo? Un casino. Altruista? Tantissimo. Uno che sa ascoltare e comprendere? Il Palermo mi ha preso per questo».
Portiere per vocazione? «No, per … caso. Ero timidissimo. Quando l’allenatore alle elementari chiese chi volesse andare in porta, mi nascosi. Fu Aldo, il mio migliore amico, ad indicarmi. Il provino? Un paio di tiri. Li parai. Cominciò così la mia carriera. E Aldo mi rinfaccia: “Se sei diventato portiere è merito mio, voglio la percentuale”.»
Sassuolo ha rappresentato la sua vita. «Però mi facevano capire che il ciclo era alla fi ne. Mi sentivo soffocato: un anno da secondo, due da terzo, avrò visto il campo solo cinque volte! Volevo rimettermi in pista, sentirmi importante. Ed in eff etti sto vivendo una esperienza stupenda. È stato come ricaricare le batterie».
Preso come chioccia per Posavec. Ora è il titolare! «Tredici anni nello stesso posto mi avevano appiattito. Sapevo che Posavec sarebbe andato in nazionale e questo apriva una porta. Il nostro è un rapporto costruttivo, da fratello maggiore a minore. È un ragazzo disponibile. Ma è anche introverso e sta a me tirargli fuori qualche battuta e i sorrisi. Si sta bene insieme e in piena armonia».
Cosa prende da lui e cosa gli trasmette? «A Posavec, in quanto giovane, rubo l’entusiasmo. E la voglia di lavorare, lui ne ha tantissima. A volte gli urlo: “Porca vacca, vorrei essere instancabile come te…”. A fi ne stagione, sarebbe interessante chiedere a lui cosa gli ho dato. Penso la serenità e la maniera di superare il tormento dell’errore».
A proposito di “vecchietti”, prima della partita con l’Ascoli, si era bloccato per il mal di schiena. «Succede e non solo agli anziani. Per fortuna abbiamo uno staff medico straordinario e sono un giocatore vecchio stampo che si ferma solo davanti a una frattura. Esco dalla scuola di Verona, dove Oddo e Colussi, quando andavi sul lettino, ti davano calci in c… e ti spedivano in campo».
Il giorno del compleanno (37), a Novara, due gol. Se li sente sulla coscienza? «Sono un perfezionista quindi rivedo le azioni cento volte e invio le immagini a Sicignano (allenatore dei portieri, ndc) chiedendogli di controllare la posizione e altre cose. Lui mi risponde: “Non rompere i …”. Proprio a Novara non potevo farci nulla. Non è stato un bel compleanno, tornato a casa, per fortuna, Elisa e le tre bambine mi hanno regalato una maglia con un teschio, senza allusione ai gol (ride, ndc), perché sono amante di musica heavy metal e hard rock, anticonformista, ribelle, controcorrente per natura. Infatti non ho tatuaggi».
Palermo da A diretta? «Sì, abbiamo superato un momento di difficoltà, con risposte adeguate a prescindere dal 2-2. Sono otto punti in quattro partite, l’Empoli ha una striscia più lunga, ci tocca inseguire. Ma se battiamo il Parma, andiamo al secondo posto e diventiamo artefi ci del nostro destino. Intanto il Carpi che arriva da un bel successo. Non ci resta che ripartire con i tre punti».
Quanto peseranno le assenze dei nazionali e degli infortunati? «Grosso problema, salteranno due partite clou. Intanto, ti alleni in maniera diversa perché siamo pochi e mancano i più bravi che alzano la qualità. E poi, non puoi cambiare sempre».
Di Francesco, Allegri, Pioli … E ora Tedino. «Per Di Francesco parla la sua storia. E ancora di più per Allegri con cui ho vinto un campionato di C1, un fenomeno, già grande ai tempi, bizzarro ma nel senso più bello della parola. Con lui i rapporti non s’interrompono mai. Pioli, un signore. Tedino lo mettiamo in cima, è il mio allenatore (sorride, ndc) e mi ha voluto. Persona genuina, schietta, grande lavoratore e preparato. Almanacco vivente, per canzoni, calcio, battute di spettacoli. Un vero computer. Una volta a Brescia venne a trovarmi, Alessio Baresi, che giocava con me a Sassuolo in C2. Lo presentai al mister convinto che non lo conoscesse, invece sapeva tutto, gli ricordò che avevano giocato contro ed episodi che Alessio aveva dimenticato»”.