L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sul caso Plusvalenze e sulla Juventus.
Colpi bassi, video rubati, frasi estrapolate dai contesti e post sui social da usare nel momento opportuno. Il clima attorno ai giudici legati (direttamente o indirettamente) al “caso Juve” preoccupa le istituzioni e gli stessi magistrati. Più di qualcuno ha già subito delle minacce di morte. Lo sa bene il procuratore Figc, Chinè, ma anche il pm Santoriello (uno dei firmatari dell’inchiesta Prisma), così come i giudici del Collegio di Garanzia Cesaro e Maffezzoli, finiti – a causa delle loro fedi calcistiche – sul banco degli imputati di quello che il presidente federale Gravina (anche lui minacciato) chiama «il tribunale dei social». Un altro caso è quello di Sandulli, vicepresidente della II sezione del Collegio, che si è autosospeso dopo un’intervista di troppo. E ora l’ha capito pure Mario Luigi Torsello, il magistrato dal curriculum immacolato (Consigliere di Stato dal 1989 e Cavaliere di Gran Croce al Merito della Repubblica), presidente della Corte d’Appello della Federcalcio che ha inflitto (all’unanimità) il -15 alla Juve.
CASO. Torsello, abituato a lavorare lontano dai riflettori, è finito nel tritacarne mediatico per una lezione all’università del Salento nella quale spiegava i principi del diritto sportivo. Precisando, come premessa, di non voler entrare nel merito dell’argomento più caldo: «Forse deluderò qualcuno ma non tratterò minimamente e ovviamente della questione delle plusvalenze». Eppure, le sue parole sono state utilizzate in modo improprio come “commento” alla sentenza del 20 gennaio. Il magistrato ha parlato dell’importanza di un processo veloce e della possibilità di configurare come violazione del principio di lealtà e correttezza una condotta che «non risulta autonomamente come fattispecie di illecito disciplinare». Su una frase in particolare si è scatenato il finimondo: «È compito degli Organi di giustizia considerare meno stringenti le regole formali rispetto ad aspetti sostanziali»; ma Torsello, pronunciandola, non ha espresso un’opinione personale, bensì ha citato una sentenza del Collegio di Garanzia (la56/2018 della sezione I).
TIMORI. I giudici sportivi si sentono soli, sovraesposti e facili bersagli. E mentre si attende il ricorso della Juve al Collegio di Garanzia (in tanti cominciano a pensare che in un senso o nell’altro possa arrivare una “sentenza politica”) più di qualcuno comincia a riflettere sulla possibilità di fare un passo indietro, visto che gli incarichi sono di natura volontaristica e in molti casi non prevedono retribuzione.