“Dipinto come un brutto anatroccolo, sta provando a diventare cigno. Intanto, Ivaylo Chochev ha messo la fi rma sulle ultime due trasferte del Palermo, con due gol pesanti, frutto degli inserimenti da dietro e del modulo scelto da Tedino, che sopperisce alla mancanza di punte buttando dentro i centrocampisti. Una qualità che Chochev mostrò segnando 3 gol già al debutto nel nostro calcio (2014/15) e confermandola persino l’anno scorso, in una stagione che ha bocciato tutti, ma in cui il bulgaro ha siglato 4 reti, Coppa Italia compresa.
LASCITO DELLA NAZIONALE. A Palermo tutti hanno gioito per la vittoria diplomatica che lasciava Nestorovski alla squadra nella delicata partita di Cremona, ma quello che è risultato più decisivo è stato proprio Chochev, anche lui dispensato dalla Bulgaria a rispondere alla convocazione. E dire che in patria il ragazzo è considerato molto importante per la nazionale. Il peso di Chochev nel Palermo è cresciuto esponenzialmente nelle ultime settimane, grazie anche alla totale fi ducia di Tedino, che si è esposto pubblicamente anche nei periodi più bui di Ivaylo, defi nendolo “irrinunciabile”. In verità, Chochev sta giocando in maniera convincente (e di grande utilità per la squadra) sin dall’avvio di stagione. Troppo spesso la critica ha guardato a lui per quanto (male) aveva fatto in passato piuttosto che per quello che stava producendo adesso. Per esempio, Chocho, come lo chiama Tedino, è il giocatore rosanero che recupera più palloni in mezzo al campo. Ora che a questo lavoro preziosissimo ma oscuro, il bulgaro abbina la capacità di far gol, del salto di rendimento si accorgono tutti. FIGLIO D’ARTE. La crescita è dipesa da un fattore fisico (Chochev è alto 1,90, va in piena forma un po’ più tardi degli altri) e da una diversa convinzione nei propri mezzi. Esaltata da una posizione ideale per le esigenze personali e di squadra. Il suo contratto per ora non ha bisogno di essere allungato perché scadrà nel 2020, ma di certo il bulgaro sta riconquistando credibilità ed attenzione a ogni livello. La scommessa che sembrava perduta insomma può essere recuperata. Del resto, i mezzi ci sono sempre stati se no il Cska Sofi a, la maggiore società del suo paese, non l’avrebbe scelto a soli 15 anni, prendendolo dalla scuola calcio di Hristo Stoichkov, il pallone d’Oro ex Parma, miglior calciatore bulgaro di ogni tempo. Figlio d’arte, suo padre era attaccante ma smise per un grave infortunio, proveniente La fi ducia lo ha fatto emergere sino a diventare irrinunciabile da una famiglia che sa cosa vuol dire sacrifi cio: i genitori lavorano in un caseifi cio, lui viene da un paesino di provincia e a scuola non era appassionato solo di calcio, ma praticava anche basket e pallavolo. Naturalmente per lui è vietato fermarsi, né Tedino glielo permetterebbe. Il calcio, soprattutto in un Palermo che chiede di riconquistare la A, prevede una conferma quotidiana. Ma con due gol in due giornate e i complimenti di Nestorovski, anche l’ex brutto anatroccolo ha fatto capire quanto può dare ai colori rosa”. Questo quanto riportato dall’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport”.